Regia di Jim Archer vedi scheda film
Piccola stralunata favoletta con protagonista David Earl, lo stralunato, appunto, accumulatore seriale e erotomane del bellissimo "After Life" di Ricky Gervais, sperduto in un anonimo paesino del Galles e solitario inventore delle cose più strambe che vi possano venire in mente. Attorno a questo personaggio, si sviluppa un film strano, un po' "mockumentary" e un po' film tout-court, dove il nostro eroe indovina, recuperando materiali di scarto, l'invenzione della vita: come un Geppetto di ultima generazione, s'inventa un robot con la testa di un manichino e un corpo di una lavatrice e due gambe simil protesi. Com'è, come non è, questa creatura prende vita e diventa il compagno di avventure dello strambo Brian, prendendo il nome di Charles. Da qui in poi il film viaggia su tematiche un po' scontate ma sempre con una leggerezza invidiabile, non scendendo mai sotto il livello del sopportabile e strappando anche qualche sorriso. Una versione minuscola di un'idea vecchia come Pinocchio (o Frankenstein), con un po' di buoni sentimenti, mai troppi, sparsi a pioggia e caratterizzazioni funzionali. Bravo l'attore, a cui comunque potevano cambiare un po' look e faccia rispetto a "After Life", (sembra quasi uno spin-off!), e simpatico il robot, quasi del tutto improbabile e forse proprio per questo reso amabile. Poco altro da aggiungere, per un film quasi per famiglie, delicato, a tratti poetico, che sta largo nella sua ora e mezza. Un oggetto filmico fuori dagli schemi, mai volgare e neanche stupido, che mi pare già tanto di questi tempi. Promosso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta