Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Antonio ama il teatro, ma non ne è ricambiato. Si arrangia come può, fin quando un amico regista gli offre l'ennesima ultima spiaggia della sua mai decollata carriera: fare il regista per una compagnia amatoriale di carcerati. Antonio si tira indietro, poi però valuta la situazione e, di fronte ai cinque galeotti improbabili attori che gli si presentano in carcere, non riesce a dire di no. Pian piano conquista la loro fiducia e riesce a trasformarli in veri e propri attori.
(In carcere) “ho pensato a Godot. Perché i carcerati sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro”. La morale – profonda e ben assestata nel discorso narrativo del lavoro – è questa ed è messa in bocca al protagonista verso la fine del film, in quella sorta di prefinale dall'ambientazione scontata e stravista (il personaggio solo di fronte ai riflettori che si ritrova a dover spiegare a tutti il pasticcio in cui si ritrova) e però mirabilmente svolta, con un eccellente monologo eseguito da un Antonio Albanese in stato di grazia. Se è vero che Beckett ha descritto a modo suo la banalità dell'esistenza, l'accidente che è la vita umana su questo pianeta, è altrettanto innegabile che non c'è nulla di banale nel testo di Aspettando Godot e che, essendo l'opera scritta appositamente per scardinare le strutture del teatro, nessuno meglio di un non-attore potrebbe interpretarla. Il non plus ultra? Una compagnia di attori che, a un passo dall'andare in scena, trova Godot. E scompare. È appena una sottigliezza, ma fa tutta la differenza del mondo con una buona commedia ben diretta e recitata sull'importanza dell'aspirazione artistica e del sogno come evasione, termine chirurgicamente adoperato in questa circostanza; quella sarebbe Grazie ragazzi senza la trovata del prefinale, per l'appunto. Era dai tempi dell'esordio con Auguri professore (1997) che Riccardo Milani non realizzava una pellicola di tale calibro (qui superando, anzi, i risultati del debutto), ma va d'altronde fatto notare che Grazie ragazzi è a tutti gli effetti un instant-remake del francese Un triomphe (Emmanuel Courcol, 2020) riadattato con una sceneggiatura del regista e di Michele Astori. Oltre all'ottimo Albanese, nel cast compaiono Sonia Bergamasco, Fabrizio Bentivoglio, Vinicio Marchioni e Giorgio Montanini. 6/10.
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