Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Il film che non ti aspetti dalla coppia che non ti aspetti. Dopo aver portato al cinema la tutt'altro che memorabile saga di "Come un gatto in tangenziale", la coppia regista-attore composta da Riccardo Milani e da Antonio Albanese sforna uno dei migliori titoli italiani (e non) di questo inizio 2023.
Antonio è un attore teatrale costretto dalla mancanza di sbocchi professionali a re-inventarsi come doppiatore per titoli pornografici. Ma ben presto arriva per lui un'occasione che, almeno inizialmente, suona più come una beffa che non come una vera opportunità: fare un corso di teatro, della durata di 6 ore, per alcuni detenuti carcerari. I partecipanti sono pochi e inizialmente diffidenti e poco invogliati, ma qualcosa comincia a fare breccia e i due mondi, lentamente, si avvicinano.
Grazie ragazzi (2023): Antonio Albanese
Il progetto, sorto inizialmente come un efficace stratagemma per ottenere fondi più che come vera e propria attività propedeutica ad un reale apprendimento, ottiene però risultati insperati e tutt'altro che prevedibili. Al che Laura (Sonia Bergamasco), direttrice della struttura, decide di concedere ulteriore tempo e spazio a questa iniziativa, che assume nuove prospettive e aperture.
Antonio, dunque, riunisce i ragazzi con cui aveva già lavorato nelle 6 ore precedenti e mette in piedi una nuova idea, assurda sotto più punti di vista: preparare, in due mesi, una messinscena degna di nota di "Aspettando Godot", la leggendaria pièce di Samuel Beckett. La scelta è tutt'altro che casuale: la dimensione dell'attesa e della pazienza, unità ad una assurdità dell'esistenza che aspira a nuove vette, sono parti integranti e fondanti della vita in carcere; Antonio si convince, perciò, di come gli uomini con cui interagisce siano in grado di fornire nuovi significati all'opera, in quanto privi di inibizioni e di timore nei confronti di un colosso del teatro come Beckett.
Grazie ragazzi (2023): Vinicio Marchioni, Sonia Bergamasco, Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio
Il grande merito del lungometraggio di Milani è quello di far emergere la persona dietro ai detenuti, di mostrare come non tutto possa essere sintetizzato e ridotto a stereotipi di comodo. Le figure con cui Antonio interagisce (interpretate con sfumature molto interessanti da parte di Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Andrea Lattanzi, Giorgio Montanini ed altri ancora) hanno il grande pregio di sapersi differenziare e di andare oltre ai "tipi" standard, raffigurando invece delle persone, con tutti i propri limiti, difetti, paure, preoccupazioni e problemi. Il fatto che siano detenuti passa quasi in secondo piano rispetto al desiderio di mostrare le debolezze ed i timori di ognuno di essi, rendendo il percorso teatrale terapeutico ed anche, se non soprattutto, maieutico.
Grazie ragazzi (2023): Antonio Albanese
Tra le esperienze più belle che ho avuto in sala negli ultimi mesi, una vera e propria sorpresa capace di dimostrare come il cinema italiano - pur se, in questo caso, sottoforma di remake ("Un anno con Godot") - sia in grado di portare in sala prodotti sviluppati a partire da concept lineari ma dotati di interessanti variazioni e sfaccettature. Senza sfoggiare inutili barocchismi e tecnicismi, il titolo va dritto al punto e pone allo spettatore più di una riflessione, lasciando anche nel finale tutto il tempo per poter metabolizzare gli eventi e trarre le proprie conclusioni.
Un lungometraggio di spessore artistico ed umano, con al timone un duo ormai più che consolidato e che, si spera, riproporrà in futuro altre pellicole di questa qualità
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