La pièce teatrale che diviene maestra di vita, ed entra a far parte della vita degli esclusi dalla società per dar loro un senso ad una aspettativa che si rivela l'unica prospettiva che rimane loro per sopravvivere.
Antonio, un attore di teatro (Antonio Albanese) da tempo costretto a riciclarsi doppiando film pornografici viene contattato da un famoso regista teatrale (Fabrizio Bentivoglio) che lo coinvolge in una iniziativa benefica volta a coinvolgere i detenuti interessati di un noto carcere, a partecipare ad una serie di lezioni di recitazione.
Suo malgrado l'attore è indotto ad accettare quel compito davvero poco gratificante, che si dimostra come tale puntualmente, non appena l'uomo viene a contatto con una manciata di carcerati indotti ad accettare quell'esperienza per motivazioni decisamente originali e poco incoraggianti.
Lo spettacolino dimostrativo riesce tuttavia ad avere esiti formalmente presentabili, al punto da convincere la riluttante direttrice del carcere (Sonia Bergamasco) ad aver fatto bene ad accettare quell'esperimento.
Ma per il docente, dapprima assai perplesso e riluttante, l'esperienza permette di maturare la consapevolezza di un progetto a dir poco rivoluzionario: coinvolgere i cinque attori in una rappresentazione di livello professionale, presso un vero teatro - quello diretto dal regista teatrale suo amico - della famosa opera teatrale di Beckett incentrata sull'attesa: Aspettando Godot.
In effetti nessuno meglio di un detenuto può comprendere un'opera come quella del drammaturgo irlandese, incentrata sul momento fondamentale dell'attesa di un evento.
L'interpretazione che Antonio riesce a strappare ai suoi attori-galeotti è così convincente che lo spettacolo si rivela un successo straordinario, al punto da giustificare e lasciar spazio alla possibilità di dar vita ad una vera e propria tournée, attraverso una iniziativa che si fa strada nonostante la difficile burocrazia legata alla condizione dei cinque attori per caso.
Ma il richiamo alla libertà che si rende palese quando il cast viene a contatto con la vita reale che li aveva esclusi, si rivela troppo forte per non cedere alla tentazione di un tentativo di fuga.
Il remake del film francese campione di incassi Un triomphe, con Kad Merad protagonista, a sua volta tratto da una sceneggiatura di una produzione svedese del 2005, viene adattato dal bravo ed attento regista Riccardo Milani (uno che di incassi e di capacità di attrazione se ne intende) tramite una scrittura che compendia in modo convincente la comicità del singolo gesto e della situazione straordinaria, con il sentimento che si può scorgere in ogni esistenza un po' al limite e borderline.
Ne scaturisce una commedia dagli esiti felici, che riesce a sbilanciarsi tra questi due registri in modo brillante, riuscendo a fermarsi sempre un attimo prima del valico pericoloso e spesso poco segnalato che divide la buona narrazione dalla facile edulcorazione dei sentimenti.
Merito anche di un cast perfetto, convincente e coeso, in cui primeggiano, senza per questo coprire nessuna sfumatura in capo agli altri personaggi, l'istrionico e sfaccettato Antonio Albanese - mirabile nel suo assolo conclusivo - un Fabrizio Bentivoglio misurato anche se alle prese con un personaggio decisamente sopra le righe, e una splendida Sonia Bergamasco, incantevole come sa risultare quasi sempre.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta