Regia di Riccardo Milani vedi scheda film
Antonio (un superlativo Albanese, lontanissimo dagli standard di Cetto Laqualunque) è un attore perennemente in bolletta che tira a campare doppiando film porno. L'occasione per tornare a calcare i palcoscenici del teatro gliela offre Michele (il solito, impagabile Bentivoglio), l'amico guascone con cui in gioventù aveva portato sulle scene Aspettando Godot di Beckett, un testo cardine del teatro dell'assurdo: si tratta di impartire un corso di recitazione ad alcuni galeotti del carcere capitolino di Rebibbia. Nonostante la recalcitranza di una direttrice dell'istituto penitenziario piuttosto rigida (Bergamasco), l'operazione non solo va in porto, ma ottiene un tale successo da trasformarsi in una tournée per i teatri di mezza Italia.
Dopo Mamma o papà? e Corro da te, ancora una volta Riccardo Milani fiuta l'opportunità di portare sugli schermi italiani l'ennesima commedia francese di grande successo. Stavolta è il turno di Un anno con Godot (in Italia visibile solo su Sky), che ottimizza i canoni (esilaranti) di una certa romanità, adattandoli perfettamente all'odierno contesto italiano e assemblando un cast di cinque attori/detenuti impeccabilmente riuscito. Dai primi minuti le battute e le scene irresistibili (come quella degli scioglilingua) arrivano a raffica e, con esse, qualche luccicone dovuto a un tema - quello dell'attesa - che fotografa perfettamente la condizione esistenziale di chi viene privato della propria libertà, facendo del capolavoro di Beckett la più idonea delle scelte possibili. La miscela agrodolce di contenuti ad alta densità umanistica e una forma perfettamente riuscita, grazie a un cast in stato di grazia, sono il suggello di quello che non solo è senza dubbio il miglior film del sessantaquattrenne regista romano, ma una delle migliori commedie dell'ultimo trentennio.
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