Regia di Jesse Eisenberg vedi scheda film
La madre, sulla cinquantina, è impegnata in un'associazione che salva le donne vittime di abusi; il figlio adolescente è una star sui social come cantautore totalmente disimpegnato. Fra i due non c'è sostanzialmente dialogo, ma un minimo tentativo di avvicinamento avviene quando il ragazzo decide di cominciare a scrivere testi più politici per far colpo su una compagna di scuola. Un disastro annunciato.
Scritto e diretto da Jesse Eisenberg: alla soglia dei quarant'anni di età – è un classe 1983 – il celebre attore compie il grande salto e passa dietro la macchina da presa. Lo fa nella maniera più coscienziosa possibile: eliminando il suo stesso nome dal cast artistico e concentrandosi piuttosto sul ruolo di regista. La storia verte attorno all'incomprensione intergenerazionale che portano avanti, pur tentando talvolta di venirsi incontro, una madre politicamente corretta e impegnata nel sociale e un figlio adolescente menefreghista, individualista e totalmente disconnesso dalla realtà sociopolitica circostante. Nessuno ha delle colpe specifiche, questo è chiaro sin dall'inizio: ma il dialogo tra i due non può esserci in alcun modo, neppure con il massimo sforzo di avvicinamento; il ragazzo è ribelle, scontroso e focalizzato sulla sua routine quotidiana, come accade alla sua età, mentre la donna cerca in ogni modo di rimediare ai problemi di chiunque la circonda, affannandosi persino troppo, e mostrando la fragilità di una persona che vive i suoi privilegi (di classe, di etnia, di età) con frustrazione e senso di colpa. Per certi versi la storia è paradossale: è la generazione del figlio, nativo digitale, a essere maggiormente sensibile a certe tematiche che da sempre ha ignorato e per lo più continua a ignorare la generazione dei suoi genitori; ed è proprio in questi presupposti che la trama prende solidità e credibilità, ben serviti peraltro da una costruzione dei personaggi assolutamente encomiabile. Gli attori principali sono Julianne Moore, Finn Wolfhard, Jay O. Sanders, Billy Brik, Alisha Boe ed Eleonore Hendricks. Pecca difficile da perdonare: l'indecisione del finale, non semplicemente aperto ma quasi incomprensibile nel non lasciare la storia con un punto fermo. 5,5/10.
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