Regia di Mimi Cave vedi scheda film
Non si può dire che la vita di Noa sia entusiasmante; insicura, timida, dall'aspetto non curato e dall'abbigliamento anonimo, trascorre la sua vita tra lavoro ed attività sportiva; frequenta Molly, sua unica compagnia stabile. Gli incontri con gli uomini che conosce on-line sono un disastro. Le cose cambiano quando s'imbatte in Steve, di professione chirurgo plastico, uomo elegante e romantico, il quale, a seguito di un momento d'intensa passione, la invita presso la sua villa, circondata da un bosco, per un fine settimana romantico. Il piacere si trasforma in dolore, e poi terrore, quando Noa, narcotizzata, si sveglia legata ad una catena, impossibilitata a lasciare la stanza entro la quale è stata confinata. Steve le anticipa che è destinata a subire amputazioni multiple, e solo comportandosi bene potrà vivere a lungo. Le sue carni costituiscono ... il nutrimento ed business di Steve. Thriller / horror decisamente cruento, a tratti stomachevole, "Fresh" racconta le storie di Noa e Steve; la ragazza, sentendo "strette" le proprie condizioni di vita cede facilmente alle avanches dell'uomo, il quale la avvicina e la circuisce in maniera subdola, costringendola alla prigionìa e destinandola ad una fine orrenda. Da seduttore, tuttavia, Steve, rimane sedotto; mentre Noa, compresa la gravità e l'orrore della sua nuova condizione, vede nell'uomo un aguzzino dal quale fuggire, Steve, comunque colpito dalla dolcezza della sua "preda", apparentemente rassegnata, remissiva, quasi complice, allenta lentamente le cautele; e ne rimane ingannato. Il "buongustaio" è interpretato da Sebastian Stan; una mente brillante priva di moralità. Dispone delle proprie vittime con estrema freddezza. Forte dell'essere non il solo estimatore di carni umane, tanto da prosperare sul rapporto con la sua selezionata - e spaventosamente ricca, il "prodotto" che egli tratta ha costi estremamente alti - clientela, agisce senza la minima ombra di remora; è tuttavia consapevole del fatto che qualcosa nella sua psiche non funzioni ed in ciò rintraccia, chissà come, un'affinità con Noa (Daisy Edgar-Jones), la quale, a sua volta, ha la freddezza di elaborare un piano di fuga. Ella ottiene aiuto da indizi disponibili all'interno della casa-prigione ed intuisce la solitudine dell'uomo. Apprendiamo, infatti, che egli è sposato, ma la moglie non è altro che una complice - e, contemporaneamente, vittima - delle sue manipolazioni, sia fisiche, sia mentali e non ha spessore. Dunque, Noa è in grado di far breccia nella sfera emotiva di Steve, rendendo pan per focaccia al suo esecrabile carceriere. Il film è diretto dalla regista statunitense Mimi Cave. Ella è molto brava nel rendere la "banalità del male" che caratterizza l'indole e l'agire di Steve, nonchè nel creare uno stato di tensione, che tuttavia precipita malamente in un epilogo che ho trovato assai deludente. La "recitazione" di Noa è tanto convincente da instillare il dubbio anche nello spettatore; è finzione, la sua, volta ad ingannare il rapitore, oppure anch'ella sta maturando un sentimento, magari accompagnato ad un'ossessione per la carne umana, così da renderla simile a Steve, il quale ne è praticamente dipendente ? Avrei auspicato una conclusione del genere, assai più "coraggiosa" di quella che coincide con la sanguinosa eliminazione degli avversarsi (peraltro, non tutti) da parte della ragazza, con l'aiuto di Molly, nel frattempo finita nella rete dell'aguzzino, e di un'altra tra le donne rapite. La regista sceglie toni caldi, topoi e sonorità dei film sentimentali, alternandoli, come naturale in rapporto all'evoluzione della trama, con sequenze raccapriccianti. L'evidente contrasto rende la narrazione un filo ironica. Potrebbe indurre ad una riflessione la tranquillità con la quale Steve maneggia la carne umana; è la stessa con la quale noi trattiamo i cibi destinati ad un consumo abituale, comprese bistecche e salumi. E se per chi ha diverse scale di valori, le abitudini di questa ipotetica sparuta minoranza di cannibali fossero sovrapponibili alla quasi totalità di un'umanità "onnivora" ? "Fresh" è un'opera con potenzialità, purtroppo non adeguatamente sfruttate. Un epilogo scontato e frettoloso, e qualche buco di trama, rovinano un thriller altrimenti ben montato, carico di tensione e di sicuro impatto emotivo.
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