Regia di Carlota Pereda vedi scheda film
Una pellicola valida che viaggia a metà tra un horror adolescenziale con risvolti splatter e un film drammatico sul sempiterno tema del bullismo adolescenziale, diventato ancora più pervasivo in epoca di social media
Anche se in alcuni frangenti si dimostra fin troppo paradossale, va dato atto che "Piggy" è una valida sorpresa in quel genere a cavallo tra horror e splatter. Se l'adolescenza è sempre stata un'età di poche luci e tante ombre, nell'era dei social la forza dirompente del bullismo 2.0 si trasforma spesso in una valanga che trascina i più deboli come uno tsunami. E' così per Sara, ragazza sovrappeso che le compagne hanno soprannominato Piggy, vittima sacrificale che si trasformerà in testimone scomoda (e non del tutto estranea) di una serie di delitti. Il film tiene incollati alla poltrona e, se pure Carlota Pereda non è Tarantino, si dimostra una pellicola valida grazie anche all'ottima prova della protagonista principale, quasi brutale nelle sua laconicità. A fare da sfondo ad una vicenda tra il macabro ed il grottesco (che a tratti ricorda "Il macellaio" di Mowbray dell' 89) una Spagna rurale e paesana dove tutti si conoscono, e non per questo fanno a meno di odiarsi reciprocamente.
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