Regia di Carlota Pereda vedi scheda film
L'esordio della spagnola Carlota Pereda affronta, a suo modo, il tema del bullismo e lo fa con un buon polso registico e trovando la mossa vincente nell'attrice Laura Galán, l'assoluta protagonista del film, obesa e bulimica, perno carnale attorno al quale si sviluppa la vicenda. Declinato come un thriller sfociante in horror, dà il suo meglio nella prima mezz'ora, quando veniamo introdotti a Sara, alla sua vita bullizzata, con tutta la scena della piscina che è, per me, il vero horror della pellicola, dove bisogna fare i complimenti alla Galán per il coraggio e la forza con cui porta sé stessa sul set. Un inizio potente. Dopodiché, svelatosi il nodo della questione, anche se il bullismo, persino familiare, rimane in primo piano, l'opera si siede un poco, declinandosi in un thriller un po' risaputo se non fosse sempre per Sara, che ne modifica la percezione. Arriva poi il finale, che io avrei reso più cattivo, dove la macelleria, luogo in cui Sara è sempre cresciuta, diventa anche luogo di catarsi, per la giovane. Cento minuti godibili e disturbanti, dove la Pereda riesce nella sua idea di coniugare critica sociale e intrattenimento. Da vedere, in attesa dei prossimi lavori della regista spagnola.
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