La recensione su Piggy

di undying

6 stelle

Dramma, thriller e al tempo stesso opera "impegnata", in arrivo dalla Spagna. Secondo film, in realtà estensione di un omonimo cortometraggio del 2018, girato con buona tecnica dalla regista Carlota Pereda. Nonostante una sceneggiatura poco riuscita, merita la visione per la profonda e sentita interpretazione dell'outsider Laura Galán.

Spagna. Sara (Laura Galán) vive in un piccolo paese, alternando lo studio con il lavoro, dato che temporaneamente supporta i genitori nel negozio di macelleria. Soprannominata "Piggy", per il suo sovrappeso, è costretta a subire ripetuti atti di bullismo, che culminano un pomeriggio in piscina. Tre coetanee la maltrattato duramente, quasi affogandola e costringendola poi a tornare a casa senza vestiti. Dopo l'orribile esperienza, sconvolta e piangente, Sara scappa, disperata, fino a quando, lungo la strada, s'imbatte in uno sconosciuto: ha aggredito e rapito le tre ragazze e, nonostante sia stato visto in faccia, la risparmia. Apprende poi che è avvenuto un duplice delitto in piscina ma, per timore e per paura, evita di raccontare quel che ha visto.

"Ho scritto Piggy per affrontare le mie stesse paure. Paure nella vita reale. Perché l'adolescenza può essere terrificante."

(Carlota Pereda)

Dopo il poco apprezzato The Devil's Tail (2021), Carlota Pereda scrive e dirige il suo secondo film, in realtà un'estensione di un omonimo cortometraggio girato nel 2018, protagonista, anche in quel caso, Laura Galán. Sceglie di girare in un anacronistico 4:3, lavorando su un soggetto interessante - ovviamente teso in difesa dell'emancipazione (sia della categoria delle "taglie forti" che, contemporaneamente, quella delle donne) -, sviluppa un'opera che si fa notare grazie alla tecnica di ripresa, comprese fotografia e recitazioni (con nota di merito per la bravissima Laura Galán) e per un inizio crudele e spietato, pertanto efficace nel descrivere gli orrori che coinvolgono, in età adolescenziale, le persone innocenti, prese di mira da soggetti incoscienti che si divertono, senza ragione, a tormentare il prossimo. Peccato che trascorsa mezz'ora Piggy proceda in maniera involontariamente comica, nonostante la serietà del tema trattato. Sino alle ultime sequenze, nelle quali inaspettatamente la Pereda inserisce un paio di scene splatter, la storia di Sara procede in maniera incerta (tra dramma e thriller), con personaggi secondari molto poco, e male, caratterialmente definiti, in particolare i genitori della protagonista. Ne esce un film sicuramente strano - con presenza di un assassino poco convincente, per nulla approfondito nelle dinamiche del suo agire in difesa di Piggy -, che riesce comunque a farsi seguire, in attesa del classico twist o di una spiegazione che però mai giunge, nemmeno arrivati ai titoli di coda. Ospite a svariati festival (tra i quali Sundance, Sitges, BIFFF e il Fantasy Filmfest), Piggy ha trovato la via della distribuzione inizialmente in Canada e Spagna, a seguire uscirà anche in Francia. Merita certamente una visione, così come la Pereda (sperando decida di fare un passo indietro in sceneggiatura) dimostra di sapersi destreggiarsi con certa professionalità, e buona tecnica, dietro la macchina da presa.

"Immaginate se foste attaccati in strada solo per esservi tenuti mano nella mano con il vostro partner. Immaginate se i vostri bambini fossero vittime di bullismo o isolati a scuola solo per quello che sono. Purtroppo, tali esperienze rimangono parte della vita quotidiana di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Intersessuali (LGBTI) cittadini in Europa. La discriminazione non dovrebbe avere luogo nella nostra Unione."

(Vera Jourová)

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