Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Pretenzioso, troppo sofisticato nelle scelte di dialoghi, inquadrature, colori: questa Ragazza piuttosto complicata è un film piuttosto semplice, che vuole spacciarsi però per complicato. Non che Damiani non sappia il fatto suo e non riesca a provocarci di tanto in tanto qualche suggestione intrigante, ma già dalla trama si intuisce che non si tratti di un film particolarmente profondo o elaborato: si parte dal più classico dei triangoli e si passa attraverso tematiche e situazioni risapute quali adulterio, omicidio-suicidio, tendenze artistoidi (pittura, fotografia, cinema: l'immagine al centro di tutto il discorso - e oltre l'immagine in effetti non si va granchè); il tutto proviene da un testo di Moravia, che dal cinema italiano è stato saccheggiato a più riprese e con alterne fortune: qui siamo dalla parte di quelle minori. Due i personaggi al centro della scena per la stragrande maggioranza della pellicola, i bravi Sorel e Spaak, intrappolati però in una serie di dialoghi, come si diceva, di scarsissimo spessore e ancor minore verosimiglianza, alla ricerca di un mix fra erotismo patinato e sottile psicologia, mix che mai si avverte pienamente realizzato. Non tutto è da buttare, ad ogni modo: ci sono anche due comprimari di tutto rispetto, Proietti e la Bolkan, ed alcuni momenti efficaci, privi di eccessi e sbavature (l'incontro iniziale fra i due protagonisti). 5/10.
Un uomo ascolta per caso una conversazione telefonica ad alto tasso erotico fra due donne. Ne rintraccia una ed intreccia una relazione con lei, ma ci si mettono di mezzo il suo uomo e l'altra donna della telefonata: la giovane e bella matrigna.
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