Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Ancora Roma ed ancora il fascismo. Ettore Scola torna su due temi cari alla sua filmografia (già splendidamente toccati in “Una giornata particolare”). Diego Abatantuono interpreta Umberto, sarto milanese cattolico, Sergio Castellitto è invece l’ebreo Leone, merciaio: i loro negozi sono fianco a fianco in un’importante via di Roma. La concorrenza è sleale, piena di sgambetti e colpi bassi. Ma il verso senso dell’aggettivo lo si comprende appieno solo quando, dopo la visita di Hitler nella capitale, si avviano le leggi razziali, che distruggono l’esistenza di Leone e della sua famiglia, col ravvedimento di Umberto e della sua famiglia.
L’immagine dei protagonisti, inquadrati tutti in primo piano, nel silenzioso epilogo che lascia intuire il triste destino a cui vanno incontro Leone e la sua famiglia, è il picco più alto di un film per il resto equilibrato e forse fin troppo uniforme. In “Concorrenza sleale” non c’è la forza espressiva dei bei tempi, ma l’equilibrio e l’uniformità non sono sinonimi di tedio e monotonia. La sceneggiatura, condivisa dallo stesso regista irpino assieme allo storico collaboratore Furio Scarpelli, non ha picchi ma nemmeno pecche. È il narrare con dovizia e rispetto una storia semplice, senza strombazzamenti né colpi ad effetto. Scola, come al solito, è un meraviglioso cantastorie. E questo film non è certo il suo canto del cigno.
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