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Concorrenza sleale

Regia di Ettore Scola vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Concorrenza sleale

di hallorann
8 stelle

Mi piace questa strada”, dice ad un certo punto il sarto Umberto Melchiorri al merciaio Leone, l’ebreo. Lo dice in un momento di complicità: una visita domestica che è un po’ la scena di svolta di “Concorrenza sleale”. Titolo che si riferisce alle schermaglie e rivalità tra due negozi attigui ma è soprattutto la concorrenza creata dal regime fascista con le leggi razziali, introdotte nel 1938. E la pellicola di Ettore Scola racconta con sincero trasporto e delicata efficacia quell’anno cruciale del XVI dell’era fascista. Il microcosmo di una strada di Roma del quartiere Prati (l’inventata con cura e precisione da Luciano Ricceri via Settimiano) e dei suoi tipi. Attraverso la lente di due famiglie contrapposte per motivi commerciali ma che i rispettivi figli si frequentano e si amano, vediamo in atto uno scorcio di Italia medio-borghese che sul grande schermo forse si intravedeva appena nelle pellicole di Mario Camerini. Ciò che colpisce nell’opera cinematografica di Scola è il saper riprodurre la normalità degli eventi, il carattere pigro e conformista degli italiani che assorbivano tutto. La sceneggiatura sembra tener conto di certa storiografia, non solo dei ricordi del regista insieme al fondamentale Furio Scarpelli coadiuvati dai rispettivi figli Silvia Scola e Giacomo Scarpelli. La prima parte è propedeutica allo scontro tra Melchiorri e Simeoni: le provocazioni del merciaio per attrarre la clientela e sottrarla alla compassata sartoria di Umberto sfocia in insulto discriminatorio: “Un ebreo resta sempre un ebreo”. Ed è il punto di ritorno: all’interno della vita familiare dei Melchiorri, Angelo è un prof antifascista dalla battuta pronta. La sua vena polemica viene placata dalla prudenza e dagli interessi di bottega rappresentati dal fratello Umberto. In quest’ultimo il dubbio si insinua lentamente fino a cacciare la commessa Matilde per la sua lingua lunga filo regime. Fino ad esprimere solidarietà a Leone per il sasso lanciato contro la vetrina del loro negozio dai soliti ignoti. E andare a visitarlo a casa per ridere del cognato lavativo che ha fatto carriera come camerata. Anche Angelo ha visto sparire il collega Carpi da un giorno all’altro, perché ebreo e non ha potuto far nient’altro che assistere a questa ingiustizia. Paolo e Susanna bisticciano malamente per una battuta beffarda sul suo essere ebrea da parte degli amici di lui. Il piccolo Lele non può più tornare a scuola e Pietruccio con gli occhi lucidi chiede il perché a mamma Margherita. Il finale non si dimentica con i volti spettrali della famiglia Simeoni: seduti sul retro di un camion con gli arredi da portar via spariscono alla vista degli attoniti Melchiorri. Ecco, queste sono state le leggi razziali, subire l’intolleranza e l’esclusione. Ieri agli ebrei, poi ai neri, oggi agli immigrati, come suggerito da Scola stesso nelle note di regia. Il grottesco, l’assurdo che diventa legge, norma e dall’altra l’impotenza e talvolta l’indifferenza di un popolo.

 

Concorrenza sleale” riesce a trasmettere queste sensazioni, questi sentimenti e non è poco. Il regista conferma la regola del suo cinema: far sorridere e riflettere con eleganza e sottile ironia. Indignare mescolando commedia e dramma. In una rappresentazione di un tempo e di un luogo negli studi e per le vie di Cinecittà ricrea quell’atmosfera che tante volte ha saputo descrivere con gli elementi citati sopra.

 

Diego Abatantuono, asciugato da orpelli e intercalari soliti, offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Anche nei duetti con Gerard Depardieu, in significativa partecipazione straordinaria. Energico Sergio Castellitto, bravi gli altri due attori francesi Jean-Claude Brialy e Claude Rich come caratteristi di lusso. Nel coro di numerose attrici convincono Antonella Attili, Anita Zagaria, Gioia Spaziani e Sabrina Impacciatore; tra i caratteristi italiani il simpatico anarchico Ignazietto di Rolando Ravello. Sbiaditi Augusto Fornari, Claudio Bigagli ed Emanuele Salce.

 

Diego Abatantuono, Gérard Depardieu

Concorrenza sleale (2001): Diego Abatantuono, Gérard Depardieu

 

Diego Abatantuono

Concorrenza sleale (2001): Diego Abatantuono

 

Sergio Castellitto

Concorrenza sleale (2001): Sergio Castellitto

 

Diego Abatantuono

Concorrenza sleale (2001): Diego Abatantuono

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