Regia di Asif Akbar vedi scheda film
Con tutto il rispetto, è un film discutibile e perdibile e, come sa chi mi legge, alle volte, mi perdo volontariamente in queste notturne visioni in cui consapevolmente o inconsapevolmente scivolo. Anzittutto, è un impressionante monito la trasformazione di Mickey Rourke, un tempo sex symbol, ed ora davvero quasi inguardabile, specie per chi lo ricorda protagonista di film indimenticabili. Intendiamoci, si tratta di un grande attore, la cui vita turbolenta, traspare anche dalle trasformazioni fisiche e che ha avuto la forza di reinventarsi e di ritagliarsi un ruolo pur essendo radicalmente cambiato. In questo film, che segue di circa tre lustri un vero e proprio capolavoro come The Wrestler, M. Rourke si muove ancora con più difficoltà, con impacci palesi, capelli che credo siano posticci ed attaccati a cappellacci da texano. Insomma e con rispetto, una sorta di pupazzo mixato con un eroe da fumetti, eccessivo in tutto.
Poi Jeff Fahey, altro famoso attore, meno celebre di Rourke, ma comunque ben noto e dalla carriera oscillante tra alti e bassi.
Nonostante sia il protagonista, è più defilato Michael Jai White, attore e soprattutto arista marziale statunitense, una specie di Van Damme americano (non a caso ha recitato proprio con Van Damme): paradossalmente, la sua interpretazione è ancora peggiore di quella di Michey Rourke, del tutto anonima e piatta.
Le intepretazioni degli attori, con rispetto per loro, mi sembrano trascurabili.
Il film è stereotipato e la sceneggiatura scialba:la narrazione è prevedibile e scontato: non c’è alcun pathos e la sceneggiatura come i dialoghi sono poveri di idee.
Sono un grande appassionato di film e di serie tv e questa opera non mi ha lasciato ricordi positivi.
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