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Ipersonnia

Regia di Alberto Mascia vedi scheda film

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La recensione su Ipersonnia

di Furetto60
6 stelle

Tra noir, sci-fi e Thriller. Non male il primo lungometraggio di Alberto Mascia

Siamo in Italia, in un futuro prossimo venturo, decisamente distopico; lo Stato per far fronte alla piaga del sovraffollamento carcerario, che ne ha reso ormai la gestione  ingovernabile, ha scelto di optare per il rivoluzionario programma Hypnos, che  prevede la “criogenizzazione” forzata dei detenuti, in sostanza gli sciagurati vengono addormentati artificialmente  e internati in capsule ermetiche e ossigenate all’uopo, restando in una sorta di coma , per tutta la durata della pena; sistematicamente monitorati, vengono periodicamente risvegliati dallo psicologo di turno, per essere sottoposti a test e dialoghi, allo scopo di valutare lo stato psicologico ed eventualmente fornire indicazioni, se i risvegli sono definitivi, li preparano ad affrontare il mondo esterno. David Damiani, alias Stefano Accorsi, svolge questa mansione, con dedizione e passione, persuaso di rendere un lavoro socialmente utile, non comprende il malcontento  di alcune frange della popolazione, che protestano in piazza contro questa pratica, giudicata immorale e crudele. Un giorno s’imbatte in un detenuto, la cui scheda anagrafica personale è misteriosamente scomparsa; oltretutto l’uomo è convinto di essere innocente e di conoscere il vero responsabile dell’omicidio, per cui è stato condannato. L’imprevisto innesca una catena di eventi, che costringono lo stesso David a rivedere le sue posizioni, peraltro la situazione sembra ribaltarsi e  ritroviamo David dall’altra parte, in balia di questa innovativa, ma perversa  tecnica di reclusione e al centro di  una cospirazione, che coinvolge anche Viola, la moglie del galeotto ”anonimo” nel frattempo divenuta sua amante.La storia si muove tra la dimensione onirica e quella della realtà, tra flashback, ripetuti risvegli, misteri, incontri. Al di là dell’intreccio complottista, intuibile per i cinefili più smaliziati, c’è una struttura narrativa ricca di spunti, utili a suscitare riflessioni di natura etica e morale: dal tema del già citato e quanto mai attuale sovraffollamento delle carceri, alle condizioni dei detenuti, passando per la manipolazione psicologica, politica e mediatica. Stefano Accorsi  è convincente in un ruolo molto difficile, quello di un uomo disorientato e tormentato, che vorrebbe gestire gli eventi, ma ne finisce piegato e travolto. Ottima l’interpretazione di Caterina Shulha, nella sua sensuale ambiguità. Alberto Mascia il regista, gestisce questo suo primo lungometraggio, miscelando generi diversi: il thriller, il noir, la fantascienza, accompagnando lo spettatore in un viaggio allucinato, tra i gironi infernali della mente del suo protagonista;un racconto dal ritmo non tambureggiante, a volte anche un po' macchinoso  e criptico, con qualche buco di sceneggiatura, tuttavia interessante, avvolto nella livida cornice fotografica di Matteo Vieille e ben musicato da Federico Bisozzi e Davide Tomat.



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