Regia di Clara Law vedi scheda film
Forse il giapponese che arriva in Australia per acquistare una Citroën DS del 1967, e scopre con occhio vergine il continente nuovissimo, è la stessa Clara Law: 46 anni, si è imposta lungo gli anni ’80 come una delle più interessanti registe di Hong Kong (più “autrice”, meno eclettica della veterana Ann Hui) e dal ’95 si è trasferita a Melbourne. La sua storia incrocia continenti, memorie, culture. Il giapponese JM sbarca in Australia per acquistare un’auto-feticcio – la “Dea” del titolo – e scopre che il venditore ha massacrato a fucilate se stesso e la moglie. Sul luogo del delitto c’è BG (tutti hanno nomi che sembrano targhe…), una ragazza cieca che lo trascina, a bordo della DS, in una peregrinazione nell’Australia rurale che è anche un viaggio a ritroso nel tempo. Partiti da Tokyo e dall’anonimo presente di JM, scopriamo il passato violento di BG. Il film ha immagini abbaglianti e ritmo a strappi, ora sospeso, ora accelerato. Clara Law ci porta su un pianeta alieno. Il suo è il vero “Mission to Mars” australiano di fine millennio.
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