Regia di Steno vedi scheda film
La bella Lucia, signora borghese in piena crisi di mezza età, non si capacita di come il facoltoso marito la degni di poco interesse, non ci sia mai un'ombra di gelosia e tantomeno di passione tra loro, nonostante le vengano inviati fiori copiosamente (che si manda da sola), e lei stia al telefono abbondantemente a flirtare ( con nessuno): capita che il marito contatti un'agenzia di sorveglianza privata, e arrivi nella loro villa il poco capace Diego, che ha il mito di Rodolfo Valentino e alle grazie della bionda alto borghese non è indifferente... Dodicesimo incasso stagionale nell'81/82, "Il tango della gelosia", sull'onda del celebre classico della canzone italiana ( qui reinterpretato da Monica Vitti insieme ai Camaleonti...) imbastisce una pochade, soprattutto nella seconda parte, molto vista, con scambi di ruolo e fraintendimenti, per lo più forzati, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione del personaggio del coniuge apparentemente freddino, impersonato da Philippe Leroy, che comunque ci mette il piglio e la classe giusti. Steno, alla maniera sua, gira senza sbavature, il problema è la sceneggiatura che non ha verve, e poi la pur bravissima Monica, a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, la relegarono in personaggi ultranevrotici sempre sopra le righe, che non le rendevano certo un gran servizio. Fu anche il film del lancio definitivo del "terrunciello" Diego Abatantuono, che oggettivamente, strappa i pochi sorrisi causati dal filmetto, come quando dice "So' spacciat'! Lascio tutti i miei averi all'Associazione Contro Tutti i Meridiunali di'Mmondo!".
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