Regia di Paolo Benvenuti vedi scheda film
Volete fare una deviazione dalle parti del cinema allo stato puro, pensato inquadratura per inquadratura, messo in scena con la consapevolezza e il gusto per la bellezza e la passione? “Gostanza da Libbiano”, quarto lungometraggio di Paolo Benvenuti, Gran Premio Speciale della Giuria a Locarno, è quel che ci vuole. Ultimo atto di una trilogia sul potere con “Il bacio di Giuda” e “Confortorio”, il film si rifà ai documenti di un processo a una strega, tenutosi a San Miniato, vicino a Pisa, nel 1594. Il potere ecclesiastico ha il volto di due inquisitori all’antica che vorrebbero mandare la donna sul rogo e amen, e di un terzo inquisitore sottile e moderno, padre Costacciaro, che sei anni dopo processerà Giordano Bruno e che vuole invece negare alla donna ogni identità, soprattutto quella, pericolosa, di strega, indice di femminilità eversiva, sessualmente provocatoria. Una battaglia tra libertà e paura, cento inquadrature lavorate una per una, un film altro dal cinema consueto, una donna strega che confessa e ti tramortisce, un viaggio nella stregoneria che è una discesa dentro se stessi. Lucia Poli straordinaria. E un Benvenuti che non sfigura nel confronto con un grande, il Dreyer di “Dies Irae”, del cinema stregonesco, con o senza rogo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta