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Gostanza da Libbiano

Regia di Paolo Benvenuti vedi scheda film

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La recensione su Gostanza da Libbiano

di mm40
6 stelle

E' difficile valutare il reale peso di un'opera, quando nella sua costituzione la forma prevale ampiamente sulla sostanza. Certo, questo film è arte: il 90% del cinema italiano (diciamo pure mondiale) suo contemporaneo non può vantare un simile approccio purista all'immagine, nè ambizioni tanto alte e per di più raggiunte. E che Benvenuti non fosse affatto l'ultimo arrivato si sapeva (Wikipedia lo indica come proveniente dalla pittura: ed è un'indicazione che palesemente si rivela nell'occhio che egli impiega nella composizione del quadro, nella cura con cui il regista incornicia la scena, spesso in primo piano o in piano medio). Inoltre l'autore firma la sceneggiatura, insieme all'operatore Stefano Bacci ed a Mario Cereghino (collaborano Lele Biagi, anche attore e voce narrante, Valentino Davanzati e Basilio Franchina), seguendo con attenzione una fonte preziosa come i verbali del processo a monna Gostanza, conservati nell'archivio storico del comune di San Miniato: accanto al gustoso lavoro sull'immagine - con un bianco e nero di forti contrasti ed una fotografia claustrofobica (Aldo Di Marcantonio) che non possono che rimandare al Dreyer di Dies irae - c'è uno studio, una ricerca storica che nobilita ulteriormente la pellicola. Ma è ad ogni modo un film in cui i dialoghi - tutti rigorosamente scritti nella parlata toscana di quei tempi - non semplicemente sovrastano l'azione, bensì ne prendono proprio il posto; non a caso nelle inquadrature prevalgono i volti dei personaggi, in primis quello della bravissima Lucia Poli, il cui nome nei titoli di coda compare giustamente più in grande di tutti gli altri. Novanta minuti di durata sono una scelta apprezzabile, per un lavoro in cui il ritmo è quasi azzerato; la morale che scorre in sottofondo ci parla di un mondo in cui Bene e Male sostanzialmente si equivalgono: sono solamente definizioni sostenute (e difese, anche con la forza) dal Potere. 7/10.

Sulla trama

Gostanza da Libbiano, fine XVI secolo, è una donna di una sessantina d'anni cui i compaesani (di un piccolo borgo toscano) si rivolgono per cure 'casalinghe': la donna infatti utilizza metodi e risorse naturali, al di fuori della comune medicina, per guarire la gente. Processata per stregoneria, le torture la convincono a dichiararsi colpevole, salvo poi incappare in un inquisitore incredulo, che la scagionerà del tutto dalle accuse.

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