Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Commedia senza sussulti, ma di buon livello.
In un ameno paesino francese del 1959, dove vigono il perbenismo e il conformismo più ferrei, giunge, sospinta dal vento del nord la sbarazzina e vagabonda Vianne (Binoche), assieme alla figlia illegittima Anouk. La donna apre una cioccolateria, e fin da subito infrange le sacre regole non scritte, imposte al paese dal pio sindaco, conte Reynaud (Molina). Non va in chiesa, non è sposata, irretisce le persone con la malefica tentazione del cioccolato in tempo di digiuno quaresimale. Il volitivo sindaco non rimane con le mani in mano e scatena contro Vianne una violenta campagna diffamatoria. Ma è un'operazione destinata ad avere esito fatalmente negativo: tutti, compreso il sindaco, non potranno resistere al richiamo del cioccolato, che è ben lontano dall'essere una tentazione, quanto piuttosto è una metafora della vita, che va vissuta completamente, senza cieche rinunce. Sì, si può dire che la morale del film è piuttosto banalotta, vivete l'oggi perché non sapete cosa vi accadrà nel domani (il personaggio dell'anziana interpretata da Judi Dench è la rappresentazione di questo aspetto). Tuttavia è un film con una trama talmente scorrevole e immerso in una dimensione tanto fiabesca e accattivante, che gli si perdonano facilmente anche una certa prevedibilità, un occhio critico evitabile verso la Chiesa, e un buonismo conclusivo forse fin troppo sbrigativo.
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