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Chocolat

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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La recensione su Chocolat

di FilmTv Rivista
6 stelle

In una provincia francese senza tempo (capiremo da una battuta che la seconda guerra mondiale è finita da 15 anni, ma per altri dettagli - narrativi e visivi - potremmo essere nell’800) giunge bel bella in un paesino la girovaga Vianne (Juliette Binoche), con figlioletta a carico. Affitta un negozio, apre una “cioccolateria” e suscita scandalo: soprattutto presso il conte-sindaco che domina il villaggio, ma anche fra i paesani bigotti. Vianne è una maga (del cioccolato, e di tutto il resto): le sue praline risvegliano negli esseri umani desideri repressi, vitalismi nascosti, bisogni urgenti. Qualcuno la ama (soprattutto un altro girovago di passaggio: Johnny Depp, nell’ennesimo ruolo da zingaro romantico di una carriera ad alto rischio di cliché). Molti la odiano. Nel Medioevo l’avrebbero mandata al rogo come Giovanna d’Arco. Nella Francia provinciale dei primi anni ’60, che le succederà? Lasse Hallström sembra rivolgersi ad attori, oggetti e paesaggi intimando loro di fare “la faccia poetica”. Dev’essere per questo, e per una malintesa “aura” da film intellettuale, che “Chocolat” è tanto piaciuto in America. La Binoche è bellissima: noi le daremmo il Nobel, altro che Oscar, ma certo non per questo ruolo al colesterolo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 10 del 2001

Autore: Alberto Crespi

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