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Chocolat

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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La recensione su Chocolat

di orsotenerone
6 stelle

Oggi volevo anche io parlare del mondo femminile e del femminismo che con “Barbie” sembra essere definitivamente esploso, anche se secondo me rischia di perdere di efficacia il vero significato di questa battaglia per correre appresso ad un “politically correct” direi quasi stucchevole. Bisognerebbe riprendere in mano questo importante concetto, studiare tutte le battaglia che le donne hanno fatto e da questo punto ripartire per nuove e giuste conquiste. Non deve essere una battaglia “contro l’uomo” ma “a favore della donna”.

 

 

Ho pensato a lungo a quale film abbinarci, perché, chi mi conosce sa che vado sempre in controtendenza con il mondo, altrimenti che Sensei sarei?

Mi è venuto in mente “Chocolat” il film di Lasse Hallstrom, lo stesso regista di “Hachiko”, “Buon compleanno Mr. Grape” e “Casanova” per dirne alcuni.

Tra i vari attori presenti abbiamo il mitico Johnny Depp, la sempre perfetta Judi Dench, Alfred Molina, una Carrie-Ann Moss che, all’epoca avevamo appena visto in Matrix, Lena Olin (qui ancora sposata con il regista) che rivedremo pure in Casanova ed infine l’immensa Juliette Binoche.

In questo film abbiamo varie storie di donne che in un modo o nell’altro cercano la loro libertà, la loro dignità, il loro essere sé stesse.

 

 

Le donne del film Chocolat e il femminismo

L’anziana Dench che vuole vivere gli ultimi anni della sua vita con quello spirito libertino e libero che è stata la costanza della sua vita,

Ann Moss una donna che cresce da sola il figlio e che non si concede nulla ed è innamorata segretamene del sindaco del paese (Molina).

C’è la Olin donna vessata e picchiata dal marito ubriacone (uno splendido Peter Stormare).

C’è la cioccolataia Binoche donna tutta di un pezzo, invita alla ribellione le altre donne, non cede mai anche se rimane sola, vincendo in finale la sua battaglia.

In conclusione, abbiamo la solitudine della bambina di Vianne che non ha amici e il suo unico amico è un canguro immaginario.

Se vogliamo possiamo aggiungere anche la mamma di Vianne che in nome della sua libertà ha lasciato il marito e ha viaggiato per il mondo, oramai ci sono solo le ceneri.

 

A ben guardare è un inno alla libertà, all’accettazione del diverso e alla voglia di vivere, al femminismo.

Ogni donna anela ad essere sé stessa, ad essere libera.

Ogni donna anela ad essere amata e ad amare come lei vuole e non come bigottismi religiosi e tradizioni vorrebbero.

Ecco questa è secondo me l’essenza del femminismo.

Ogni donna alla fine scoprirà la sua libertà e accetterà di essere ciò che vuole essere anche andando contro tutto ciò che sono stati gli insegnamenti ricevuti o le regole seguite.

Da sottolineare la bella fotografia e la regia che sviluppa il film come una favola dai colori tenui ma ben delineati.

 

 

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