Regia di Spike Lee vedi scheda film
Secondo lungometraggio di Spike Lee dopo l’esordio, tre anni prima, con l’inedito “Joe’s Bed – Stuy Barbershop: We Cut Heads”. “Lola Darling”, ovvero l’educazione sentimentale di una giovane donna di colore, più indipendente che innamorata, costretta suo malgrado a fare i conti, o letteralmente a dividere il proprio letto, con i suoi tre amanti maschi e, come se non bastasse, anche con una ragazza.
Un piccolo film costato due soldi, come se il budget facesse poi la differenza, “Lola Darling” è una sorta di doveroso omaggio al maestro della “blaxploitation”, Melvin Van Peebles, che con il suo primo maledettissimo film da un titolo quasi impronunciabile, “Sweet Sweetback’s Baadasssss Song”, del ’71, diede il via ad un interminabile filone di cinema: un cinema di riscatto fatto dai neri per i neri, salutato di lì a poco da una consacrazione di pubblico ben maggiore di quanto le aspettative facessero sperare. E se l’eroe di Van Peebles era Sweetback appunto, un “tombeur de femmes” di colore, Spike Lee invece opta per Nola, una protagonista femminile: quasi un’ideale chiusura di un cerchio.
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