Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Dopo aver visto il film, sembra impossibile si sia pensato inizialmente a Daniel Auteuil per la parte del protagonista. Depardieu è perfetto, la mole impressionante si sposa con la sua zittanza, i suoi sguardi lontani, le sue pause. Il film ha altre frecce: buoni interpreti, ottime scenografie, ricostruzione molto dettagliata e ricca di particolari del mondo nel quale si muove il protagonista, ironia sottile e velata, buona sceneggiatura. La musica è ottima, non ci sono canzoni tratte dall'epoca, ma quella scritta per la colonna sonora è di buon gusto.
Il regista compie scelte drastiche che non tutti potrebbero apprezzare: è un film sostanzialmente verde, verdi sono le pareti in tutti gli interni, le tende, le tazze, i vestiti, persino gli autobus nella scena finale. Il tempo, quando va bene è coperto, completamente nuvoloso, quando va male piove, e non c'è un solo raggio di sole in tutta la vicenda.
C'è anche però qualche nota un po' dolente: i movimenti della camera da presa sono a tratti molto opinabili, oltre ai soliti beccheggi e rollii, a volte viene compiuta una specie di esse sull'asse verticale, come se chi guarda oscillasse la testa. Sarà originale, ma se ne poteva fare volentieri a meno, perché sposta l'attenzione dalla scena e ricorda al fruitore che c'è qualcuno che recita una parte e qualcuno che sta riprendendo. La fotografia non è di alto livello, soprattutto all'inizio ci sono momenti nei quali sembra di assistere ad uno sceneggiato televisivo. Per finire, la vicenda è alquanto telefonata, ampiamente prevedibile, se non in tutti i dettagli, almeno nella sostanza.
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