Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
"Io non giudico nessuno signora."
Un commissario piuttosto avanti con gli anni, sovrappeso e impegnato a farsi visitare dal proprio medico curante, preoccupato per la sua respirazione e per questo propenso a consigliare vivamente al suo paziente di rinunciare a fumare la sua amata pipa, si alterna sullo schermo al processo di “vestizione” attraverso cui una titubante e pudica bella ragazza si appresta a noleggiare un gran vestito da cerimonia per rendersi presentabile per apparire ad un evento mondano.
Una festa in pompa magna, all'apparire della quale alcuni tra gli invitati reagiscono furiosamente, come in preda al panico, decisi ad allontanare quella bella donna tutt'altro che gradita.
Sul fare della sera, una telefonata in ufficio blocca Maigret, impedendogli di far ritorno a casa. Una ragazza è stata trovata assassinata.
Sarà proprio quella ragazza, e per il celebre ed abile investigatore, inizierà una nuova inchiesta che farà luce su alcuni vizi del ceto nobiliare.
Giochi sessuali a tre, intrighi e scomode verità che indurranno la classe dirigente a nascondere verità dei fatti tragiche, ma in grado di essere catalogate come fatali incidenti, inscenando crimini in realtà inesistenti.
Atti e misfatti che tuttavia costringono il commissario ad immergersi ancora una volta in una delle sue serrate indagini, in cui la verità verrà a galla grazie al suo innato fiuto e all'intuito che lo accompagna nelle sue fitte indagini.
Dopo il ritorno sulle scene del celebre e celeberrimo detective Poirot, grazie all'opera e alla interpretazione di Kenneth Branagh nei suoi due magniloquenti quanto un po' troppo funambolici e artefatti remakes, non guasta erto rivedere al cinema il più famoso protagonista dei romanzi di Simenon, ovvero Maigret.
Patrice Leconte, famosissimo regista d'Oltralpe, si prende cura di farne rivivere le gesta, ma, al contrario di Branagh, predilige un tratto retrò del tutto antitetico con il lavoro di Branagh sul personaggio di Agatha Christie, e ci fornisce un clima intimo e compassato che può in un certo senso ricordare il personaggio televisivo reso famosissimo dall'interpretazione di Gino Cervi.
E Gerard Depardieu, pachidermico al punto da muoversi con una solennità che conferisce autorevolezza anche ad ogni banale dettaglio, risulta perfetto senza il bisogno di impegnarsi più di tanto, con la naturalezza di una corporatura che, se lo ostacola probabilmente nella vita reale, gli si addice nel migliore dei modi in questa circostanza.
Leconte dirige senza fronzoli un film “all'antica”, che si fa notare proprio per questa sua rinuncia ad ogni orpello, concentrandosi sull'indagine, tratta dal romanzo di Simenon intitolato proprio “Maigret e la giovane morta”, e sull'umanità di un commissario anziano, sposato, che riscopre il ruolo di padre drammaticamente abbandonato per tragiche vicissitudini familiari occorse.
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