Regia di Emanuele Crialese vedi scheda film
Vedendo il nuovo film di Emanuele Crialese si ha la sensazione come di leggere un soggetto e non una sceneggiatura. Di vedere un trailer e non un film completo.
"L'Immensità" è una pellicola che non decolla mai, che affronta un tema delicato come quello dell'angoscia della sessualità, dell'odio del proprio corpo e volontà di farlo sparire, in maniera a dir poco superficiale. Non vi è potenza nelle immagini di questo film, non si approfondisce mai la tematica principale, se ne parla ogni tanto e poi ci si concentra su altri aspetti. E' come se Crialese volesse non calcare troppo la mano sull'argomento per non scadere nel melodrammatico, ma alla fine ne esci fuori un prodotto astratto, volitivo che non coinvolge mai lo spettatore.
L'ambientazione anni '70 fa da sfondo e si inserisce all'interno della storia con un setting molto accurato e una cultura pop invadente che fa leva in particolar modo sulla scena musicale dell'epoca che insieme contribuiscono a tenere su una pellicola narrativamente fragilissima. Molte scene sembrano di appendice e questo fa si che la storia non riesce praticamente ad avanzare mai, però i minuti scorrono e quando si arriva alla conclusione si ha come la sensazione di essere a metà film.
La Cruz come sempre fa il suo, riempie lo schermo, la sua intepretazione è impeccabile, ma oscura quella della figlia che sarebbe dovuta essere la vera protagonista principale, proiezione autobiografica del regista nello scenario di finzione.
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