Regia di Ferdinando Baldi vedi scheda film
Fra i tantissimi peplum (o pepla, al plurale che dir si voglia) che in quegli anni imperversavano sul grande schermo del Belpaese, Il massacro della Foresta nera sicuramente non sfigura: discreti i mezzi a disposizione, accettabile il cast, sensata la trama che non si prende troppo cura di approfondire i fatti storici, preferendo piuttosto sciorinare una serie di situazioni e di sequenze di pura azione a adrenalina muscoloide. Hans von Borsody, austriaco, è l'adatto protagonista per una pellicola di questo genere, già ben avvezzo ai film di avventura; accanto a lui troviamo - fra i nomi di maggior riguardo - Cameron Mitchell, Antonella Lualdi, Beba Loncar; le musiche sono di Carlo Savina, il montaggio di Otello (qui accreditato come Othello) Colangeli e la fotografia del semisconosciuto Lucky Satson. D'altronde si tratta di una co-produzione italo-tedesco-jugoslava e a quei tempi era usanza spartire il cast tecnico e artistico fra le varie nazioni che componevano il team produttivo. Baldi, che scrive anche la sceneggiatura insieme ad Adriano Bolzoni e ad Alessando Ferraù, era già attivo da circa una decade e piuttosto esperto di lavori in costume; Il massacro della Foresta nera non sarà un capolavoro, chiaramente, ma è comunque un sottoprodotto di genere realizzato con sufficiente cura e senza eccessi o sbavature di sorta. 3/10.
Il barbaro Arminio, che ha sempre combattuto lealmente al fianco dei Romani, viene scacciato da Roma con ignominia a causa delle sue radici. Tornato in patria, prepara la vendetta.
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