Regia di Brunello Rondi vedi scheda film
Rondi, fratello di Gian Luigi, grande intellettuale del nostro cinema. Amico e collaboratore di Rossellini e Fellini e ottimo sceneggiatore; qui siamo al debutto nel cinema con un'opera a dir poco singolare e fuori dal contesto del nostro cinema dell'epoca. Una storia malata in cui spicca un'ambientazione veramente accattivante, in Lucania; la superstizione contadina, le fatture, la cupezza di un ambiente legato indissolubilmente a certe credenze, un amore disperato e che concretamente si perde nei meandri di convinzioni che scavano nelle credenze ataviche del luogo. Una storia forte ed una messa in scena che si serve di una recitazione, quasi, pasoliniana, che rende moltissimo alla costruzione del film. Carlo Bellero collabora con il regista con un bianco e nero che si sposa benissimo con la rappresentazione, sfruttando al massimo le potenzialità del paesaggio davvero unico. La scelta dell'attrice è davvero importante, dovuta anche al frutto di co produzione; una bellezza non qualunque e profondamente immersa nel suo personaggio, da essere la colonna portante del film, peccato che poi le occasioni sono mancate ed il film stesso, per ragioni di censura non ha dato i frutti sperati.
Una storia forte e che fa tutt'uno con l'ambientazione
Un esordio forte e convincente, per una persona come lui che vien da esperienze a dir poco importanti, dopo come regista sarà trascurabile e dimenticabile, una scelta evidentemente in cui non credeva più
Grande interpretazione da sola fa i 3/4 del film
Attore che fece parte del nostro cinema con titoli importanti, peccato che si suicidò diversi anni dopo, ma rimanendo sempre attratto da un cinema di spessore e valore
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