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Demonio

Regia di Brunello Rondi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Demonio

di Baliverna
6 stelle

ANTICIPAZIONE DEL FINALE - Singolare questo film, e non facile da giudicare. In complesso mi sento di dire che non è perfetto, che ha dei difetti ma anche dei pregi. E' dichiaratamente un'indagine religioso-sociologica su certe zone sperdute della Lucania, dove la superstizione la faceva da padrona. Ad essere più precisi, viene mostrata una fede cattolica fortemente adulterata da credenze superstiziose con essa incompatibili, come le formule per ottenere questo e quello, la falce sotto il letto, certi rituali col fuoco, persino l'adorazione del sole...
Se da una parte vi è la piaga sociale della stregoneria, dall'altra una plebaglia superstiziosa e persino paganeggiante (per quanto a parole molto cristiana) tenta di debellarla in modo maldestro e con le armi sbagliate, finendo per fare più male che bene. La figura del sacerdote è da una parte un po' distante dal l'accozzaglia di credenze popolari e dagli stessi moti antistregoneria, dall'altro è l'unico che dimostra di capire il problema della donna e di farne fronte nel modo più appropriato. Per il resto opera tutto un sottobosco di ambigui e oscuri personaggi (ai quali il popolo si rivolge per primi), come i "sensitivi" e gli stregoni che toglierebbero le fatture, i quali non fanno che peggiorare la situazione e persino approfittano per palpeggiare la protagonista col pretesto dei loro riti.
Da certe recensioni lette qua e là, sembrerebbe che il film abbia un punto di vista materialistico e condanni sia fede che superstizione, facendone un solo fascio. Invece direi proprio di no, e per fortuna. Infatti, se da un parte stigmatizza la superstizione popolare, dall'altra è rispettoso verso la fede in quanto tale e verso il clero e religiosi; tuttavia, mi sento di rilevare, mi sembrano figure leggermente sbiadite e anonime. Inoltre, si nota da parte del regista uno sforzo di obiettività e imparzialità, che però finisce per appiattire un po' l'azione e la sua forza drammatica. A fianco di questo, mi sembrano efficaci certi momenti silenziosi, dove il tono assume una certa rarefazione ed essenzialità degne del miglior cinema.
Che dire degli attori? La protagonista è certamente brava, con un'aria tenebrosa, maliziosa e conturbante al punto giusto. Va anche detto che il regista ne sfrutta in molti punti la carica erotica. La scena dell'esorcismo, con lei che cammina arquata, è priva di effetti speciali, e certamente se ne ispirò Friedekin per il suo "L'esorcista" (o ne vide dal vero un'altra simile?). Quanto a Frank Wolff, il suo personaggio mi sembra un po' confuso. Secondo me il conflitto interiore che si trova a combattere (tentazione verso la maliarda e impulso di sposare e amare una brava donna) non è rappresentato efficacemente. Mi sembra che passi da un atteggiamento all'altro con una certa indifferenza e senza mostrare sul volto la lotta che ha dentro di sé. Lo stesso finale mi sembra un po' confuso e contradditorio: prima si abbandona alla strega, poi la uccide per "liberarla" (dal demonio? in quel modo?) senza pentirsi per se stesso del tradimento consumato. Da come viene rappresentata la sequenza, sembrerebbe che avesse da subito in programma di ucciderla dopo il peccato. A preservare questo episodio dall'accusa di contradditorietà e poca chiarezza è l'iscrizione iniziale sulla realtà degli avvenimenti narrati. Quello che si poteva fare, però, era dare indicazioni diverse agli attori in modo da rendere in modo più chiaro e verosimile ciò che viene raccontato.
Evitiamo comunque di guardare questo film con un'aria di sufficienza verso gli avvenimenti narrati, perché oggi come allora (o di più?) la superstizione serpeggia in tutti gli strati sociali, e non solo al Sud (il "valore" di certi oggetti, gesti scaramantici...). La maledetta magia, poi, è praticata o richiesta da una quantità di persone di tutti gli strati sociali.

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