Regia di Brunello Rondi vedi scheda film
Questo film di Rondi è da recuperare perchè possiede senza il minimo dubbio dei momenti di bellezza, a cominciare dalla bella fotografia in bianca e nero che risalta il paesaggio aspro e quasi primordiale della Lucania, la quale fa da sfondo ad una storia violenta dal taglio molto documentaristico, in cui viene analizzata, come suggerita da un antropologo, la superstizione becera più prodonda.
A suo modo la protagonista riveste una figura ribelle verso uno status quo secolare, ne sconquassa le fondamenta gettando nel caos un intero paese, rifiutandosi ad un ruolo dimesso predefinito per tradizione (eccellente la protagonista).
Difficile catalogarlo in un genere preciso, ma senza dubbio autori come Fulci (Non si sevizia un Paperino) e il William Friedkin dell'Esorcista (vedasi l'esorcismo in chiesa) hanno sicuramente visto questo film.
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