Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Peckinpah non lo amava granchè, e come altri suoi lavori era stato sensibilmente rimaneggiato dai produttori, con i quali l'autore de "Il mucchio selvaggio" era in guerra perenne e vedeva cambiato nell'edizione dei suoi film molto del girato: "Killer elite" è un thriller spionistico che ha qualche scompenso narrativo, talvolta risolvendo in modo facilone qualche snodo narrativo, e relegando il personaggio di Robert Duvall, che mostra quando può il suo spessore, da nemesi e antico compagno d'arme del protagonista James Caan a ruolo di generico villain. Ciò non toglie che il film, pur non risultando perfetto, risulti alla fine un bel thriller d'azione, con influenze dal cinema kung-fu di Hong Kong, molto in voga all'epoca, e dai comics ( qualcosa del Daredevil originale, con l'eroe dotato di mazza che si tramuta in arma) , che probabilmente ha a sua volta avuto effetto sul Tarantino di "Kill Bill", nel quale si notano rimandi allo scontro finale sulle portaerei in disarmo ( un capolavoro di montaggio, tutto realizzato in un morbido ralenti). Assassini di professione, in vendita a chi paga meglio, senza contratti vincolanti e in barba ad ogni falsa retorica patriottica, i killers di Peckinpah regolano i propri conti sparandosi addosso ma senza rancori personali, comprendendo le ragioni uno dell'altro: in un'ottica disincantata, di un paese che ha di sè un'idea fuori luogo, forse per sfuggire alla crudele spietatezza della realtà, incapace di guardare in faccia il lato meno idealizzato della Storia.
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