Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Breezy è una hippy piovuta dalla Pennsylvania a Los Angeles in cerca di fortuna dopo la morte dei genitori; Frank è un uomo di mezza età, divorziato, abituato alla solitudine della sua lussuosa villa e senza nessuna intenzione di contrarre legami stabili. Sarà amore? Sceneggiatura non originalissima, con qualche trovata dozzinale per strappare lacrime (il cane ferito e poi guarito poteva esserci risparmiato), e finale troppo meccanico. Kay Lenz è carina e simpatica, ma alla lunga la sua aria ingenua viene a noia; molto meglio William Holden, umanissimo nel suo dissidio fra la paura e il desiderio di abbandonarsi. L’aggettivo che la protagonista adotta come nomignolo significa “ventoso” (“brezza”, si ripete due volte nell’edizione italiana per mantenere la somiglianza fra le parole) ma anche “allegro”. Probabilmente gli spettatori dell’epoca avranno avuto difficoltà a collegare il nome di Eastwood a un film sentimentale: perciò il regista deve aver voluto inserire un promemoria, mandando i personaggi al cinema a guardare Lo straniero senza nome.
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