Regia di Fabio De Luigi vedi scheda film
Marco e Giulia sono una coppia che ha passato la quarantina e vive un presente magnifico: piacenti, in forma, dotati di una grande intesa e di tanto tempo libero per i loro interessi. Il segreto? Non hanno figli. E odiano quelli degli altri. Ma come sarebbe la loro vita se un giorno si risvegliassero scoprendo di avere ben tre pargoli che scorrazzano per casa?
Una delle problematiche che maggiormente tormentano la società italiana ormai da parecchi anni è quella relativa al calo demografico. Interessante notare come la commedia nostrana se ne sia occupata solo in maniera marginale fin qui e come, probabilmente, il primo film (almeno tra quelli destinati al grande pubblico) a prendere di petto l'argomento sia proprio questo Tre di troppo. Un interessante copione scritto da Michele Abatantuono, Laura Prando e Fabio De Luigi, per la regia di quest'ultimo, ci racconta perciò l'ordinaria quotidianità di una coppia solida, passata la quarantina, che non ha figli ed è felice di non averne; per poi vedere stravolta ogni sua certezza (e libertà) dall'improvviso arrivo di tre bambini in casa. Una rivoluzione, uno shock, una maledizione per entrambi i neogenitori, novelli Scrooge dickensiani di fronte ai grandi “se” della vita; neogenitori che ovviamente – ed ecco qui il tocco melenso immancabile – con il tempo imparano a conoscere quei piccoli mostriciattoli fino ad amarli e a considerarli quanto di più prezioso al mondo, come (quasi) ogni genitore fa. Sì, la svolta dolciastra è ampiamente prevedibile e forse banalotta oltre i limiti del sopportabile, specie per la patetica scena conclusiva, ma la pellicola è confezionata a dovere dalla scrittura alla recitazione, dalla regia (la seconda per De Luigi, a sette anni di distanza da Tiramisù) al montaggio. Protagonisti: Fabio De Luigi (a questo punto non sorprenderà; ma va apprezzato il ruolo con sfumature più profonde rispetto ai suoi ruoli soliti), Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Renato Marchetti e Marina Rocco. 4,5/10.
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