Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
Un rutilante, esaltatissimo, vitale e sfavillante biophic in puro stile Luhrmann, che ancora una volta regala cinema pop a misura di mito (un mito del quale rispetta pedissequamente le origini; si veda la bellissima sequenza di Little Richard al pianoforte), 2:40h estatiche e travolgenti. “Elvis” è un fuoco di fila eccessivo e ridondante, un cuore che batte all’impazzata, un tour de force di energia contagiosa, con un finale da lacrime.
Il linguaggio del regista di “Moulin Rouge!” si sposa alla perfezione con l’indole del Re, della sua vita al limite, della dismisura che ha caratterizzato la sua grandezza.
Ancor più centrale è però il ruolo del vero protagonista, Tom Parker, colui che ha scoperto Elvis e l’ha lanciato per poi sfruttarlo, spremerlo, consumarlo, e alla fine, suo malgrado, idolatrarlo. Un filtro malvagio per raccontare la vita della star, come fu per “Amadeus” (1984) e non solo. Sicuramente, uno dei migliori film dell’anno.
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