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Elvis

Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film

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La recensione su Elvis

di steno79
8 stelle

Premessa necessaria: pur essendo uno dei miti più forti della musica pop/rock del Novecento, nonché personaggio di grandissima influenza sull'immaginario collettivo della nostra epoca, Elvis Presley è un musicista/cantante/attore di cui tuttora so molto poco, non ho mai guardato i suoi film, conosco solo qualche hit delle più celebri, conosco anche poco della sua vita privata, ignoravo completamente l'esistenza del colonnello Parker prima di guardare il film. Venendo invece al regista, di Luhrmann ho apprezzato molto "Moulin rouge", a mio parere il musical postmoderno per eccellenza nonché una delle ultime vere fiammate del genere dagli anni 2000 ad oggi, mentre avevo riportato una netta delusione per "Il grande Gatsby", che risulta un vistoso tradimento di uno dei capolavori della letteratura americana contemporanea. Il film "Elvis" è una delle tante, forse troppe biografie di cantanti famosi che imperversano sugli schermi nelle ultime stagioni, ma qui lo stile ipercinetico, sfavillante e lussureggiante del regista torna ad avere un suo preciso senso, producendo a conti fatti una pellicola più interessante ed omogenea rispetto a biopic musicali come "Bohemian rhapsody" o "Rocket man". E' attendibile quello che vediamo sullo schermo, rispetta la vicenda umana e artistica di Elvis the Pelvis in the Memphis, rispetta la sua musica e il suo singolare magnetismo divistico che faceva impazzire le folle? La critica italiana propende nettamente per una risposta favorevole, e il film ha avuto la benedizione incrociata di Priscilla Presley ex moglie di Elvis, di Lisa Marie Presley, sua unica figlia, nonché della nipote Riley Keogh, attrice e regista molto lanciata. Il film segue uno sviluppo più o meno cronologico, a partire dall’incontro negli anni ’50 fra il colonnello Parker ed un Elvis ancora sconosciuto fino alla decadenza e alla inevitabile morte negli anni ’70, ma non è possibile definirlo una biografia convenzionale, perché fin troppi sono gli elementi dissonanti, soprattutto l’importanza che viene data nella narrazione a Parker e al suo punto di vista attraverso la voice-over, che lo rende a tutti gli effetti il co-protagonista e che spesso mischia abilmente le carte in un gioco calcolatissimo tra verità e menzogna che solo qualche biografo davvero bene informato potrà sciogliere definitivamente. Il montaggio in alcune sequenze crea una sapiente commistione spazio-temporale, scandendo in maniera vigorosa i diversi passaggi narrativi insieme ad una fotografia come al solito satura, dalle luci a tratti irreali, a tratti neo-espressioniste, a tratti anche più sobrie. Austin Butler ha svolto un lavoro di immedesimazione fisico, vocale e psicologico che per molti versi strappa l’applauso e gli prenota una probabile, meritata candidatura all’Oscar, anche se il confronto con Hanks dal trucco pesante resta impegnativo e in alcuni momenti quest’ultimo rischia di rubargli la scena; uno dei meriti palpabili dell’interpretazione del protagonista è quello di avere conferito dei “moods” piuttosto distinti all’Elvis giovane, a quello del successo planetario e a quello della maturità sull’orlo del disfacimento, ed è anche molto bravo nei passaggi in cui canta con la sua voce, che sono soprattutto quelli della giovinezza. Indubbiamente una durata di 150 minuti di proiezione effettiva risulta impegnativa e qualche lieve calo di interesse non manca, così come forse si potrebbe discutere sulla compiutezza di alcune figure sullo sfondo, compresa Priscilla, ma nel calderone orchestrato generosamente da Luhrmann stavolta il kitsch di Gatsby è davvero secondario rispetto a tante intuizioni, non soltanto visive, che vanno a segno. Da vedere preferibilmente in originale con sottotitoli.

Voto 8/10   

 

 

Tom Hanks, Richard Roxburgh, Austin Butler, Helen Thomson

Elvis (2022): Tom Hanks, Richard Roxburgh, Austin Butler, Helen Thomson

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