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La ville est tranquille

Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film

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La recensione su La ville est tranquille

di Mulligan71
7 stelle

Marsiglia come la Los Angeles di "America Oggi", il film di Altman del 1993. Città meticcia da sempre, dura, portuale, politicamente estrema, inquieta, è attraversata, in mezzo a lunghe panoramiche che ne sorvolano l'entroterra e il porto, da storie di umanità varia, periferica, alle prese con i drammi e la solitudine della vita. Siamo nel 2000 e la Francia, come tutta l'Europa, cambia con l'abolizione delle frontiere, con l'aumento dell'immigrazione, con lo sgretolamento costante dei valori, politici e umani. Così l'aria che accomuna tutti questi personaggi è quella della disillusione, il razzismo con i suoi partiti politici guadagna consensi, e la sinistra è mostrata dal regista francese come un salottino borghese, vuoto, dove i discorsi fluttuano nell'aria e le mani stringono le mani dei nuovi padroni e l' "Internazionale" viene canticchiata ormai solo da un taxista disperato e solo. Poi ci sono le storie personali, Michelle e la figlia eroinomane, il taxista Paul, quarantenne mai cresciuto e con una vita a pezzi, l'amore inter razziale, che appena nasce già si deve scontrare con l'ottusità del nuovo fascismo, e così via. Un film, parafrasando il titolo, ferocemente tranquillo, pacato, ma che fibrilla intensamente ogni volta che questi personaggi s'incrociano. Bello, intenso, un po' troppo lungo, ma riuscito, che visto oggi, a quindici anni di distanza, ha ancora una sua triste attualità e, anzi, è più calzante oggi, purtroppo.

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