Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Un’infinita panoramica, che lentamente scopre un porto e “stringe” su palazzine color senape con il sottofondo del piano di Eric Satie, è l’ouverture di “La ville est tranquille” e il manifesto programmatico di quanto si vedrà nel film. Robert Guédiguian insiste con il suo cinema tessuto nella portuale e decadente Marsiglia, e in particolare nel quartiere feticcio di Estaque. Personaggi che s’incontrano o si sfiorano, mettono in scena una storia ormai familiare, e il cast dei film di Guédiguian assomiglia a una di quelle compagnie teatrali che da anni mettono in scena il solito repertorio, scambiandosi solo i ruoli. La passione politica del regista, la delusione sul fallimento della sinistra, la deriva di personaggi alle prese col male di vivere, una solidarietà umana che si affievolisce, lasciano l’amaro in bocca. I personaggi sono belli, spesso intensi e dolorosi, ma chi ama Guédiguian ha il sospetto che si tratti di una lenta panoramica déjà vu.
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