Marsiglia. Michèle lavora in uno stabilimento che vende il pesce ai dettaglianti. Il lavoro è stancante, ma il ritorno a casa non è migliore perché la donna deve lottare per far uscire sua figlia dal tunnel della droga. Paul ha tradito i suoi compagni di lavoro, faceva lo scaricatore al porto, per diventare tassista. Abderramane uscito trasformato di prigione cerca di aiutare i suoi fratelli. Viviane non sopporta più suo marito e le sue idee di sinistra. Sarkis ha un sogno: avere un pianoforte a coda.
Note
Un'infinita panoramica, che lentamente scopre un porto e "stringe" su palazzine color senape con il sottofondo del piano di Eric Satie, è l'overture di "La ville est tranquille" e il manifesto programmatico di quanto si vedrà nel film. Robert Guédiguian insiste con il suo cinema tessuto nella portuale e decadente Marsiglia, e in particolare nel quartiere feticcio dell'Estaque. Personaggi che s'incontrano o si sfiorano, mettono in scena una storia ormai familiare, e il cast del film di Guédiguian assomiglia a una di quelle compagnie teatrali che da anni mettono in scena il solito repertorio, scambiandosi solo i ruoli. La passione politica del regista, la delusione sul fallimento della sinistra, la deriva dei personaggi alle prese col male di vivere, una solidarietà umana che affievolisce, lasciano l'amaro in bocca. I personaggi sono belli, spesso intensi e dolorosi, ma chi ha ama Guédiguian ha il sospetto che si tratti di una lenta panoramica déjà vu.
Un bel film che rappresenta, nelle piccole storie individuali di alcuni abitanti di Marsiglia, le tragedie del nostro tempo, frutto velenoso del diffondersi dei dogmi liberistici e dell’assenza di strategie alternative nelle proposte delle organizzazioni della sinistra politica e sindacale.
Siamo a Marsiglia, la metropoli portuale del sud della Francia; le vicende dei suoi abitanti vengono intrecciate dal regista con abilità narrativa e con forte empatia – ma senza patetismi – in un film durissimo, che sembra quasi raccontato da Ken Loach.
La città è tranquilla, ci dice giustamente il titolo. Il… leggi tutto
Parafrasando il generale von Clausewitz, direi che per Guédiguian il cinema non è che la prosecuzione della politica con altri mezzi. È evidente in questo film (l'unico del regista marsigliese che, per ora, ho visto) l'impegno politico, che prende le mosse da una situazione economica e quindi lavorativa e quindi sociale quanto meno precaria. Da questa, deriva la distruzione… leggi tutto
Siamo a Marsiglia, la metropoli portuale del sud della Francia; le vicende dei suoi abitanti vengono intrecciate dal regista con abilità narrativa e con forte empatia – ma senza patetismi – in un film durissimo, che sembra quasi raccontato da Ken Loach.
La città è tranquilla, ci dice giustamente il titolo. Il…
Marsiglia come la Los Angeles di "America Oggi", il film di Altman del 1993. Città meticcia da sempre, dura, portuale, politicamente estrema, inquieta, è attraversata, in mezzo a lunghe panoramiche che ne sorvolano l'entroterra e il porto, da storie di umanità varia, periferica, alle prese con i drammi e la solitudine della vita. Siamo nel 2000 e la Francia, come tutta…
C'è stato un periodo, negli anni '70, in cui lo sceneggiatore più pagato e ricercato a Hollywood era un surfista con allure da boscaiolo che avrebbe voluto andare a combattere in Vietnam (sogno infranto…
Michéle (Ariane Ascaride) lavora di notte al mercato del pesce. Gli unici scopi della sua vita sono rimasti quelli di salvare la figlia (Julie-Marie Parmentier) dalla droga e accudire la piccolissima nipote di cui non si conosce neanche la conoscenza del padre. Il marito è Claude (Pierre Banderet), che è totalmente assente, da quando ha perso il lavoro è entrato in…
Parafrasando il generale von Clausewitz, direi che per Guédiguian il cinema non è che la prosecuzione della politica con altri mezzi. È evidente in questo film (l'unico del regista marsigliese che, per ora, ho visto) l'impegno politico, che prende le mosse da una situazione economica e quindi lavorativa e quindi sociale quanto meno precaria. Da questa, deriva la distruzione…
Potrebbe esistere Guédiguian senza Marsiglia? Probabilmente no, visto che è proprio da lì, da quelle radici che nasce l’humus più personale e sincero del suo cinema. E anche se poi negli ultimi anni il suo universo si è allargato portandolo ad esplorare altri, più vasti orizzonti (penso per esempio a Le passeggiate al campo di Marte e…
Come prevedevo l'abbiamo visto in 4 gatti, come prevedevo ci è piaciuto. Forse un pelo troppo lungo, per il resto è bellissimo nella descrizione delle miserie senza infastidire e senza pontificare. I personaggi sono delineati con maestria, merito dell'ottima sceneggiatura. Bravo il regista, resta il rammarico che questi film non riempiono le sale come i Vanzina, ma tant'è, questo spiega tante…
Il film al contrario del titolo e' il racconto disperato di una citta' dei nostri giorni Marsiglia in questo caso,un incrocio di vite e personaggi in un ritratto tragico e intenso dove solitudine, disperazione,emarginazione ne fanno da cornice ..emozionante in tutta la sua drammaticita'
E' il secondo film che vedo di questo autore, quindi non so se si ripete o meno da A L'Attaque, no di certo e quindi lo giudico per quello che ho visto, in futuro forse sarò più obiettivo. Qui siamo nel capolavoro, avvolto da un cast, suo, ma che non gioca a scambiarsi i ruoli; certo la politica esiste ed è presente, ma questo è frutto di una situazione sociale a cui non si può essere…
Un’infinita panoramica, che lentamente scopre un porto e “stringe” su palazzine color senape con il sottofondo del piano di Eric Satie, è l’ouverture di “La ville est tranquille” e il manifesto programmatico di quanto si vedrà nel film. Robert Guédiguian insiste con il suo cinema tessuto nella portuale e decadente Marsiglia, e in particolare nel quartiere feticcio di Estaque.…
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Commenti (2) vedi tutti
Un bel film che rappresenta, nelle piccole storie individuali di alcuni abitanti di Marsiglia, le tragedie del nostro tempo, frutto velenoso del diffondersi dei dogmi liberistici e dell’assenza di strategie alternative nelle proposte delle organizzazioni della sinistra politica e sindacale.
leggi la recensione completa di laulillaDramma metropolitano in bilico tra verismo e simbolismo. Bellissimo.
commento di zio_ulcera