Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
Sfiorare l’eccesso per trovare la libertà. Azzerare la differenza tra corpo e testa. Mettere in scena il piacere su un palcoscenico, sulla pagina bianca, in una cascina. Sade, nella versione di Benoît Jacquot, rielabora il proprio passato da libertino e vive, con distacco e cinismo, la sospensione dei giorni del Terrore tra la prigione di Saint-Lazare e l’ex convento di Picpus. Il 1794 è un’epoca malata e con le convulsioni dell’età di transizione. Nei corridoi, nelle sale, nel giardino di quello strano e irreale pensionato in cui i nobili conversano, corteggiano, sono in lutto stretto per la morte di Luigi XVI, la verità sulla perversione ha la stessa intensità verbale degli assiomi rivoluzionari. La Storia vive, stordita, un’incertezza che somiglia all’imprudenza di Emilie (Isild Le Besco), giovane vergine, figlia di un visconte, reclusa con i genitori e pronta ad assecondare il divino marchese. Film d’attori (Auteuil fedele al suo standard), di opachi dialoghi amorali e filosofici, di primi piani, di costumi.
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