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Brother

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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La recensione su Brother

di chinaski
8 stelle

Il silenzio, prima di tutto. Quello che caratterizza Beat Takeshi. Poi la violenza. Che non è stemperata dall' ironia, come in Tarantino, ma acquista una valenza estetica nella sua moralità. La violenza di Kitano è morale perchè non è mai fine a se stessa. Fa parte di processi comportamentali e a volte (auto)punitivi della cultura giapponese. I membri della Yakuza per mostrare il loro valore o per pagare un errore ricorrono al suicido o all' automutilazione. La violenza rientra in un codice etico che fa pensare a quello dei samurai.
Beat Takeshi è eccezionale. Un uomo che sfrutta il silenzio e i propri tic nervosi come mezzi di espressione. Che ha un' ironia difficilmente comprensibile ma allo stesso tempo unica. Che va incontro alla morte con una consapevolezza quasi stoica.
E' questo che sorprende del protagonista di Brother. L' accettazione della vita e del proprio posto nel mondo in una maniera distaccata dalle emozioni. E questo non vuol dire aridità, ma controllo. E' come se il protagonista, in quanto gangster, conscio del suo ruolo e del suo destino, prosegua in maniera retta sulla propria strada. La sua morale è quella dell' omicidio. Se questa è la strada presa per lui è giusto comportarsi secondo le regole che questa strada comporta.
I film di Kitano sono particolari e stupendi perchè si allontanano dal solito modo che abbiamo di intendere e vedere il cinema.
A volte le sue inquadrature tagliano la testa di quelli che parlano. A volte i suoi pensieri e i ricordi si insinuano all' improvviso nella linearità della narrazione. Si creano risacche in cui le onde della memoria entrano per alcuni istanti, per poi ritornare nel mare della realtà.
E il mare è un altro degli elementi principali dei film di Kitano. In questo caso fa da sfondo ad un gioco crudele e allo stesso tempo spiritoso (l' ironia di cui parlavo prima) nei confronti di un boss mafioso.
Kitano è un uomo e un personaggio emblematico. Sempre in bilico tra violenza, imperscrutabilità, ironia e pazienza.
Kitano attende che le cose accadano. E poi le affronta.
Ecco il punto. Immergersi nella vita e nuotare senza troppi pensieri che affollino la mente. Affrontare il proprio destino, anche nella sua inevitabile drammaticità.
C'è un che di eroico in tutto questo.
Ma per altri, forse, potrebbe essere solo poesia.

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