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Brother

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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Texano98

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La recensione su Brother

di Texano98
8 stelle

Non sopportando l'idea di finire sotto il comando di un altro clan, Beat Takeshi (Kitano) sbarca in America e porta con sè la guerra, quella fra bande, che in questo film si trasforma in quella fra culture, passando da dialoghi in Inglese ad altri in Giapponese nel giro di pochi secondi veniamo bombardati da questo scontro di mondi: Giapponesi in trasferta Hollywoodiana. E la domanda è questa: "Kitano si è piegato al regime Hollywoodiano?" la risposta è un secco no. Kitano resta se stesso e realizza un film come al suo solito dall'aspetto semplice, con pochi virtuosismi di camera e inquadrature perfette, sa bene cosa rappresentare in questo film ed evita di girarci troppo attorno come invece fanno molti registi: ti devo mostrare una cosa? Bene, lo faccio senza troppe menate, eccoti la scena e i suoi significati. Sembra questa la sua sana ottica; i movimenti di camera sono pochi e fini alla trama, ma quando arrivano si fa fatica a dimenticarsene. Il titolo del film non parla tanto del fratello che Aniki (Kitano) va a cercare in America ma più che altro dell'amico/fratello Denny (Epps), un rapporto d'amicizia nato da un violento scontro fisico e costruito strada facendo su sguardi, sorrisi, giochi e scherzi, un modo di fare semplice fra due grandi amici che si sostengono l'un l'altro nel mondo oscuro della Yakuza dove non sembrano esserci speranze, dove ogni gesto è dettato dall'istinto e dalla violenza, in nome di un onore che ormai ha perso di significato (Un codice d'onore che troveremo ancor più rarefatto nel successivo "Outrage", film che si concentra proprio su queste tematica). La fotografia è fredda e sgranata, le scene finali nel deserto sono un piacere per gli occhi ma al tempo stesso tristi, grige, tant'è che guardando scene dal making-of si nota come in quelle riprese il deserto fosse giallo e caldo, proprio come siamo abituati a vederlo normalmente e come in questo film sia straniante, asettico, un punto di non ritorno. Magnifica la colonna sonora di Hisaishi che commenta alla perfezione ogni scena e sul finale è difficile non lasciarsi scappare una lacrima, abbiamo davanti un'inquadratura fissa, un dialogo e della musica, nient'altro. Un bellissimo film firmato Takeshi Kitano, non si butta via un'inquadratura e risulta in generale un gran film che può essere preso anche come d'intrattenimento, ma che affonda alla grande i propri artigli in temi molto profondi, Kitano anche qui non si scorda della poesia che nasce dal suo mare che tanto ama.
"I love you Aniki, wherever you are man!"
Voto: 8,5/10

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