Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Trasferta americana per l' attore e regista Takeshi Kitano che comunque non cambia in nessun modo il suo stile; mostrante sempre un ritmo tendente al lento unito a qualche qualche gag comica, il suo personaggio silenzioso e picchi di violenza, qui particolarmente frequenti. I film del genere, trattanti storie di amicizia virile e tradimenti nell' ambiente della malavita, prodotti a Hong Kong penso siano infinitamente migliori. Le pellicole dirette ad esempio da John Woo, Ringo Lam o Taylor Wong, mostrano un tasso d' azione molto più elevato, personaggi meglio caratterizzati e, soprattutto, degli svolgimenti più veloci e avvincenti. Qui, invece, sono ottime le parti iniziale e finale, ma per la maggior parte il film è piuttosto pesante scivolando spesso nella noia. La violenza è tanta ma l' azione è praticamente inesistente; morti ammazzati, sangue e dita mozzate abbondano, però non c'è alcuna sequenza da cui risulti un po' di dinamismo. Inoltre, Kitano non è male ma i vari Chow Yun-fat, Tony Leung Chiu Wai o Athony Wong sono su un livello nettamente superiore. La storia vede Kitano nel ruolo di Yamamoto, un membro della Yakuza costretto a lasciare il Giappone a seguito di una lotta tra bande rivali. Decide così di andare in America dove si trova per motivi di studio Ken, il suo fratello minore. Ken fa però parte di un gruppo di piccoli spacciatori di droga. Yamamoto, decide di unirsi a loro per prende il controllo sul traffico del terriotorio della città. Il loro poterà li metterà però contro i clan rivali... Il film tende a seguire i canoni classici del cinema dei samurai, modernizzando il contesto, togliendo i buoni propsiti che solitamente ispiravano le azioni dei protagonisti e sostituendo i combattimenti di spada con gli scontri a fuoco. Il risultato è accettabile, ma poteva essere realizzato decisamente meglio e con un cast di contorno più convincente. Le rappresentazioni delle sparatorie sono inoltre prevalentemente scarse, con inquadrature fisse girate spesso al buio. Anche le atmosfere e il rapporto di amicizia virile, tra Yamamoto e un membro della gang del fratello, non raggiungono le intensità dei film prima nominati, come ad esempio l' ottimo PRISON ON FIRE. Nel complesso, direi guardabile ma niente di più
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