Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Stanco della guerra continua tra bande rivali della yakuza giapponese, Yamamoto (Kitano) decide di trasferirsi in America, a Los Angeles, dove da tempo vive il fratello minore (Maki). Ma qui la musica non è diversa e l'alleanza dei nippoafricani con gli ispanici finisce con cozzare contro gli interessi di controllo sul territorio della mafia italiana: sarà un'ecatombe.
Lo stile dissonante di Takeshi Kitano arriva qui alla sua massima espressione, in una dialettica continua tra poetica della solitudine e iperrealismo materico della violenza. Alle inquadrature sghembe, alle esplosioni di violenza, all'umorismo nero, alle atmosfere rarefatte, al gusto del nonsense, agli inserti grotteschi, al montaggio eterodosso, ai tic nervosi visti - per esempio - in Hana-Bi, qui si aggiunge una violenza parossistica fatta di automutilazioni, suicidi, harakiri, dita amputate, esplosioni e teste mozzate. Roba per stomaci forti diluita in una salsa di umorismo nerissimo e in una veste stilistica crepuscolare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta