Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Il seguito de "Il silenzio degli innocenti" è un film profondamente diverso dal predecessore così come dal capostipite "Manhunter". Meno psicologico, decisamente più stilizzato, con impennate splatter che bilanciano una tensione che va a sbalzi a differenza di quella onnipresente e montante del film di Demme. Al contrario, "Hannibal" di Ridley Scott sfiora spesso l'autocompiacimento intellettuale, si specchia nelle magnifiche scenografie e nella tetra fotografia in cui è avvolta una Firenze da paura, trasforma Hannibal Lecter da personaggio sottilmente inquietante in un raffinato antieroe da fumetto pulp. Il risultato finale è discontinuo e non si avvicina certo al livello dei due predenti film sullo psichiatra cannibale, ma ha comunque un suo perchè e sazia a volontà l'appetito del grande pubblico per le storie sordide e le relazioni malate. Promosso.
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