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La fontana della vergine

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La fontana della vergine

di ethan
8 stelle

Nella Svezia ai tempi del Medioevo, la famiglia di Tore (Max von Sydow), che vive isolata in campagna, segue per filo e per segno i precetti religiosi, che impongono alla figlia Karin (Birgitta Pettersson), in quanto vergine, di consegnare delle candele alla Madonna al paese vicino. La giovane è accompagnata da Ingeri (Gunnel Lindblom), serva incinta e dedita al paganesimo. Lungo il percorso, Karin incontra tre pastori - due uomini e un ragazzino - e ingenuamente si ferma a mangiare con loro, ma i due adulti la violentano e uccidono, sotto gli occhi di Inger, che nel frattempo si era nascosta, senza che lei facesse qualcosa per salvarla. I tre tolgono anche i vestiti alla sventurata e scappano arrivando però proprio all'abitazione dei suoi genitori...

'La fontana della vergine' costituisce ancora una svolta radicale nel percorso di ricerca sia formale sia contenutistico di Ingmar Bergman: riprende il tema religioso, che poi amplierà di lì a poco nella famosa 'Trilogia del silenzio', ed è senz'altro fino ad allora il suo film più violento ma al contempo quello che si conclude, inaspettatamente, sotto il segno della fede e della speranza nell'esistenza di un'entità al di sopra di chiunque, che si manifesta simbolicamente tramite il 'miracolo' dell'acqua che inizia a sgorgare copiosa dal punto in cui Karin, ormai morta, viene trovata e spostata dai suoi famigliari.

Ma il percorso per arrivare a tale conclusione è a dir poco travagliato e irto di difficoltà per tutti: per Karin, la cui generosità gli costerà carissima, per i tre pastori, la cui malvagità e avidità, dimostrata dal fatto di voler addirittura ricavare del denaro dalle vesti tolte alla ragazza, verrà ripagata con la stessa moneta, e soprattutto per Tore e la moglie Mareta (Birgitta Valberg), i cui principi religiosi e morali, verranno messi a dura prova dalla concretezza dei fatti accaduti e niente sarà più come prima.

'La fontana della vergine' è una favola nera - possiede chiari elementi favolistici, come ad esempio il bestiario animale, rappresentato dal rospo e dal corvo, visto anche come latore di sventura, il bosco da attraversare, le insidie insite in esso ed i lupi cattivi, rappresentati dai tre balordi incontrati per caso - segnata da forti contrasti tra religiosità e paganesimo, tra perdono e vendetta, solcata da un'atmosfera soffocante e pregna di tensione panico, che si manifesta attraverso sequenze che rimandano ai grandi film muti di Carl Theodor Dreyer, con dialoghi rarefatti ed attori che si muovono con gesti lenti e si esprimono con scambi di sguardi molto eloquenti, movimenti di macchina fluidi nella prima parte per lasciare posto ad una certa fissità nella seconda e montaggio compassato, il tutto illuminato dalla magistrale fotografia di Sven Nykvist, che torna a lavorare con Bergman dopo sette anni (dai tempi di 'Una vampata d'amore').

Su tutto il cast, giganteggia Max von Sydow, la cui sete di vendetta nella scena della 'resa dei conti' è semplicemente incontenibile!

Imperdibile!

Voto: 8,5 (v. doppiata e originale sottotitolata).

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