Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Il Bergman che ti aspetti. O forse no... Scenari medioevali arcaici incorniciano una riflessione corposa sull'umanità dove il piano spirituale e quello tangibile/terreno s'incrociano continuamente generando un climax capace di avvolgere lo spettatore con inquietudini profonde. Il regista unisce i punti cardinali della propria poetica: religione, assenza di Dio, male e bene, abbandono della ragione mostrandoci un disegno cupo e lucido e proprio per questo in grado di ribaltarsi clamorosamente in qualcos'altro, forse speranza? Premi meritatissimi, atmosfere indimenticabili con quel flauto magico e misterioso accompagnatore delle robotiche azioni umane, dirette inesorabilmente verso la sciagura, simbolica e chiarificatrice. In La fontana della vergine ci sono delle sequenze girate con una forza così diretta e disturbante che spaventano nel profondo le nostre coscienze. Un cinema unico, duro, abbagliante. Chapeau!
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