Regia di Francesco Sossai vedi scheda film
Parto da ciò che ci viene proposto con la scheda: “Fausto ed Ivan [...]lottano per venire a patti con la decisione che entrambi hanno preso”.
Di che decisione si parli, io non l’ho capito.
Non ho capito anche altro. In ordine sparso:
- che fine fa Ivan? (disintegrato nelle goccioline d’alito del coro degli alpini? Soluzione alcolico/metafisica, mi piace)
- Kikazz’è Ivan? E’ lui che pesa sessanta chili? A occhio e croce si direbbe di sì, ma...
- Perché la sorella di Fausto è un “gran pezzo di figa”?
- La mamma di Fausto è reale o è l’incubo che “entrambe decidono” di annullare per dare un senso alla loro vita?
Mi scuso, sto facendo confusione. Questo è (amatorialmente parlando) un buon film, ma la confusione è inevitabile.
C’è solo una certezza: la descrizione dei mondiali dell’ottantadue, quelli vinti con/per/da/tra e fra Paolo Rossi buonanima, resa da un Fausto in mutande, com’è giusto che sia.
Per il resto, amen. Non tutti il cinema viene per nuocere.
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