Regia di E. Elias Merhige vedi scheda film
Sottospecie di film, tra l'altro di serie C, sulla tematica dei vampiri affrontata in questo caso con uno stile insopportabilmente citazionistico e quasi da documentario. L'ho visto due volte perchè la prima mi ero addormentata. La seconda invece mi sono impegnata e sforzata per capirlo, ma non mi ha convinto per nulla. Basato su degli spunti di mediocre interesse e quasi del tutto privo di trama e sceneggiatura, si rivela assai inconsistente, retorico, piatto, insipido e monotono. I dialoghi sono davvero melensi ed esasperanti, non c'è ritmo, non c'è vera tensione e non c'è nessuna sequenza veramente coinvolgente e degna di attenzione (a nulla neanche è valso mostrare le sequenze del film muto di Nosferatu per risvegliare l'attenzione poichè non è ricordando un capolavoro che un film acquisisce valore), ad eccezione dell'epilogo che offre un colpo di scena gustoso, anche se prevedibile.
Il film s'incentra tutto sul tedioso racconto di un certo Max Schreck, che rivela la propria reale natura di vampiro, solamente dopo aver girato un lungometraggio di cui è protagonista e che dovrebbe raccontare la sua reale storia, vagamente ed insulsamente ispirata al romanzo di Stoker. L'inespressività di un monocorde Willem Dafoe nei panni del vampiro poi, non migliora di certo la situazione.
Incisivo almeno lui, bravo.
Noioso, insulso e privo di carisma vampiresco.
Mah...
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