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Blood on the Crown

Regia di Davide Ferrario vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Blood on the Crown

di alan smithee
3 stelle

locandina

Blood on the Crown (2021): locandina

TFF 39 - FUORI CONCORSO

 L'orgoglioso riscatto della propria meritata indipendenza dall'impero britannico, costituisce per la piccola isola di Malta una impresa degna delle gesta di Davide e Golia.

Nel 1019, alla fine del Primo Conflitto Mondiale, il desiderio di indipendenza dalla castrante egemonia della Corona, spinge i cittadini ad unirsi e a combattere, con armi rudimentali se non semplici utensili da lavoro, l'organizzato esercito britannico, più occupato a minimizzare la tensione ormai palpabile tra gli isolani, temendo in tal modo di aizzare le altre colonie sparse in tutto il globo.

Ian Virgo, Leeshon Alexander

Blood on the Crown (2021): Ian Virgo, Leeshon Alexander

Harvey Keitel

Blood on the Crown (2021): Harvey Keitel

Cosa che peraltro accadde puntualmente, evidenziando l'eroismo patriottico dei cittadini della piccola isola mediterranea.

Davide Ferrario si adopera in una produzione internazionale che contestualizza con impegno il sentimento che animò la rivolta popolare. Il problema del racconto è che non riesce a focalizzarsi su personaggi di spessore, ma finisce piuttosto per restare un racconto troppo generico e corale per poter risultare mai minimamente accattivante.

Ian Virgo, Tom Prior

Blood on the Crown (2021): Ian Virgo, Tom Prior

Harvey Keitel

Blood on the Crown (2021): Harvey Keitel

Il fatto di annoverare nel cast due ottuagenarie star internazionali di sicuro valore e fama (il pimpante Harvey Keitel ed il tenebroso Malcolm McDowell), che, per quanto in perfetta salute, si rivelano di fatto "colpevoli" di una età anagrafica decisamente incongrua per dar corpo e voce, ai due ufficiali della corona, non fa che rendere il progetto un'avventura un po' incongrua e di facciata, incapace di generare il vero pathos che l'eroica impresa ha il titolo di ispirare e trasmettere allo spettatore.

La regia di Ferrario è di puro mestiere, senza alcun guizzo di originalità e le calde scenografie del centro storico cittadino non riescono a rendere più gradevole un racconto invero piuttosto meccanico e senza la carica emotiva auspicabile.

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