Regia di Matteo Fresi vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 39: CONCORSO TORINO 39
In una Sardegna completamente slegata dagli aneliti patrii di un Regno sabaudo completamente avulso e ignoto tra la popolazione autoctona, sul finire dell'800 i positivi auspici di un matrimonio che avrebbe unito due famiglie contadine di spicco della Gallura, si trasforma nel presupposto per dare vita ad una faida che non solo manda in frantumi i progetti coniugali dei due sposi, bensì crea i presupposti per una lotta senza precedenti, tutta attentati e sanguinosi agguati che non risparmiano donne e bambini, e che fomentano la nascita di un personaggio-mito in bilico tra eroismo e manifesto del male più assoluto.
Il personaggio divenuto leggendario del "muto di Gallura", brigante per caso, ex pastore col difetto della parola che le circostanze rendono giustiziere implacabile e senza pietà, nel contesto di una sanguinosa faida familiare che ancora oggi è sopravvissuta alla polvere del tempo che passa.
L'opera prima di Matteo Fresi si pregia di un valido e solido contesto scenografico per dar vita ad una rappresentazione credibile e verosimile di una figura divenuta mitologica nel bene e nel male.
Ottima ed opportuna la scelta di preservare il contesto linguistico dialettale senza tentazioni di semplificazione, sottotitolando i dialoghi, ma rendendo più verosimile il contesto narrativo.
Il racconto possiede una lucidità di esposizione che riesce a non strafare mai, rendendo plausibili i connotati di una società schiava della superstizione e di una ignoranza in senso assoluto incolpevole, ma decisiva per lo sviluppo di derive sanguinose senza soluzione.
Nel cast, forte di attori generalmente poco noti alla massa, emerge il volto ormai celebre del Romulus televisivo, che risponde ai tratti espressivi del giovane attore in forte ascesa Andrea Arcangeli.
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